Ricognizione terminata. L’Archivio storico della Camera ha concluso l’esame analitico di migliaia di documenti prodotti dalle tre importanti Commissioni parlamentari d’inchiesta: sul caso Moro, sulla loggia P2 e sulla cooperazione con i Paesi in via di sviluppo. L’iniziativa, condotta su mandato del presidente Lorenzo Fontana, apre la strada a una possibile declassificazione degli atti.
I prossimi passi
La procedura prevede, come da prassi, l’invio di note di interpello agli enti o soggetti esterni che originarono la classificazione, per verificarne la persistenza delle condizioni di segretezza. I dossier da vagliare sono circa 560 per la Commissione Moro e 120 per quella sulla Cooperazione allo sviluppo. Per la P2 si passa ora alla fase di istruttoria dopo la già avvenuta pubblicazione di 120 volumi.
Incarichi istruttori
In vista di future decisioni dell’Ufficio di Presidenza sulla rimozione del segreto, Fontana ha affidato al vicepresidente Fabio Rampelli specifici incarichi di approfondimento, concentrati soprattutto sulla documentazione residua delle Commissioni Moro e P2. L’obiettivo è assicurare una valutazione puntuale e coerente con le norme vigenti.
Documenti delle Commissioni
Gli atti classificati direttamente dalle Commissioni potranno essere oggetto di deliberazione autonoma da parte dell’Ufficio di Presidenza della Camera. Per gli altri, sarà determinante la risposta dei soggetti esterni interpellati, tra cui servizi segreti e autorità istituzionali dell’epoca. Si tratta di una fase cruciale per far emergere nuovi elementi di verità su vicende che hanno segnato la storia repubblicana.