L’inchiesta bis prende il via. Nei locali della scientifica della Questura di Milano è iniziato l’incidente probatorio previsto per l’inchiesta bis sul delitto di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco. La nuova fase giudiziaria punta a chiarire definitivamente la natura e l’origine delle tracce ritenute chiave.
L’impronta 97F: cos'è e perché conta
Si tratta di una traccia ematica rinvenuta sul muro sinistro della scala che conduce alla tavernetta, identificata già nel 2007 dai carabinieri del RIS di Parma. I risultati aggiornati del Ris – presentati oggi – attribuiscono quell’impronta al killer. Se confermata, la scoperta rappresenterebbe un elemento cruciale: un diretto collegamento tra il luogo del delitto e il reo, rafforzando le congetture su Andrea?Sempio.
Implicazioni giudiziarie
L’attribuzione della “97F” rappresenta un potenziale punto di svolta. La difesa ha già evidenziato presunte “contaminazioni del DNA”, sollevando dubbi sull’attendibilità delle perizie. Ora, l’incidente probatorio è chiamato a delineare con precisione scientifica l’origine della traccia, stabilendo se possa essere usata in tribunale.
Le posizioni contrapposte
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Accusa: sostiene che si tratti di una prova inequivocabile, capace di inchiodare il presunto colpevole.
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Difesa: rilancia sull’ipotesi di “contaminazione” delle prove, insinuando l’inattendibilità della traccia
Prossimi passi legali
L’incidente probatorio si prevede lungo e articolato, con audizioni dei periti e possibili contraddittori tra consulenze. Solo al termine di questa fase si potrà valutare se l’impronta 97F sarà ammessa come prova decisiva in giudizio, influenzando l’esito del processo bis. La nuova inchiesta sul delitto di Garlasco entra ora nella fase cruciale: l’impronta 97F, potenziale prova del killer, sarà valutata in sede scientifica. Se confermata, potrebbe sbloccare una vicenda giudiziaria ferma da anni. L’esito dell’incidente probatorio sarà decisivo per la prosecuzione dell’iter legale.