Fremantle: “Nessun compenso a Bossetti”. In una nota ufficiale diramata nella giornata del 17 giugno 2025, Fremantle, casa di produzione del programma Belve Crime, ha categoricamente smentito qualsiasi forma di pagamento a Massimo Bossetti, detenuto nel carcere di Bollate e condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio. La precisazione arriva dopo che sui social era circolata la voce di una cifra “a quattro zeri” per l’intervista concessa da Bossetti a Francesca Fagnani.
La replica della conduttrice: “Non è assolutamente vero”
Anche Francesca Fagnani, ideatrice e conduttrice della trasmissione Belve, è intervenuta personalmente via social per smentire le insinuazioni: “Non è assolutamente vero”, ha scritto la giornalista, rimarcando l’infondatezza delle dichiarazioni di Corona. Fagnani ha ribadito l’etica giornalistica con cui è stato condotto il format, che per la prima volta ha ospitato in video un condannato eccellente come Bossetti.
Fremantle valuta azioni legali
La stessa Fremantle ha annunciato che “si riserva di agire nelle opportune sedi legali per tutelare la verità e la reputazione dell’azienda e della giornalista Francesca Fagnani”. Una presa di posizione netta che mira non solo a spegnere la polemica mediatica, ma anche a salvaguardare la credibilità della trasmissione, in un momento in cui il dibattito sull'opportunità di dare voce ai condannati per reati gravissimi si fa sempre più acceso.
Il caso Bossetti riaccende il dibattito mediatico
L’intervista a Massimo Bossetti ha suscitato opinioni contrastanti nell’opinione pubblica. Da una parte, chi considera il racconto dell’ergastolano un documento giornalistico rilevante; dall’altra, chi ritiene inaccettabile concedere spazio televisivo a chi è stato condannato in via definitiva per un crimine efferato. In questo clima teso, le dichiarazioni di Fabrizio Corona hanno fatto da miccia, generando un’ondata di polemiche e richieste di chiarimento.
Diritto di cronaca o spettacolarizzazione del male?
Il caso pone ancora una volta al centro il delicato equilibrio tra diritto di cronaca e spettacolarizzazione della giustizia. L’accesso alle telecamere da parte di condannati per reati gravi è un terreno che divide opinione pubblica, politica e mondo giornalistico. Tuttavia, in questo specifico caso, Fremantle e Fagnani ribadiscono con fermezza: “Nessun compenso, solo informazione”.