La 37ª edizione del Salone del Libro accoglie il pubblico con il tema “Le parole tra noi leggere”, evocazione di un dialogo possibile nel cuore di un’epoca segnata da lacerazioni. Ospiti internazionali, autori di culto e lettori appassionati animano un evento che conferma Torino come capitale della parola scritta, ma che stavolta non può sottrarsi al peso del mondo.
Un tema montaliano per un’epoca di fragilità
“Le parole tra noi leggere”: non una fuga, ma un invito alla leggerezza come resistenza, alla leggerezza come gesto civile. Con questo verso rubato a Montale e a Lalla Romano, Annalena Benini ha voluto segnare il senso più profondo della 37ª edizione del Salone del Libro di Torino. La letteratura come spazio d’ascolto, come territorio neutro e fertile dove le identità non si escludono, ma si osservano, si riconoscono e, quando riescono, si parlano. Eppure, in un tempo segnato dalle fratture — geopolitiche, culturali, ideologiche — persino la leggerezza rischia di apparire un lusso.
La festa dei lettori: Yasmina Reza e la nuova onda del romance
Il Salone ha aperto i battenti mercoledì 15 maggio in un Lingotto affollato fin dalle prime ore del mattino. I bambini delle scuole si muovono tra gli stand come api tra i fiori, mentre gli adulti si contendono una sedia per ascoltare i propri autori del cuore. L’attesa per Yasmina Reza — regina della scena francese e autrice di opere taglienti e sottili — è stata ampiamente ripagata da una lectio intensa e coltissima. Grande successo anche per l’olandese Jan Brokken, ambasciatore della cultura dei Paesi Bassi, ospiti d’onore di quest’anno. E, accanto ai grandi nomi, il Salone dà spazio al fenomeno romance, con Erin Doom tra le regine della nuova narrativa sentimentale. Un segnale, questo, che qualcosa si muove nel gusto del pubblico, desideroso di emozioni, ma anche di parole nuove con cui nominarle.
La cultura non è un’oasi: proteste, bandiere e ferite aperte
Ma la leggerezza si incrina presto. Nel tardo pomeriggio, un gruppo di manifestanti pro-Palestina ha interrotto l’armonia con un sit-in davanti ai cancelli del Lingotto. Poi, il tentativo di sfondamento, la tensione, l’intervento della polizia. I manifestanti contestavano la presentazione del libro “La cultura dell’odio” di Nathan Greppi, ritenuto inopportuno perché programmato proprio nel giorno della Nakba, il ricordo dell’esodo palestinese del 1948. Il presidente della Comunità ebraica di Torino e lo storico Claudio Vercelli, attesi per il dibattito, hanno dato forfait per ragioni di sicurezza. Il silenzioso presidio con bandiere e cartelli è durato per ore davanti alla sala dell’incontro. Segno che anche i libri non bastano, se non si è disposti a farsi attraversare dalla realtà.
De Luca: “Un bambino devastato da Gaza arriverà al Santobono”
A richiamare il mondo reale ci ha pensato anche Vincenzo De Luca, governatore della Campania, regione ospite del Salone. Il suo intervento — accolto da un lungo applauso — è stato tra i più politici della giornata. «È una vergogna per il mondo civile quello che sta accadendo a Gaza», ha detto, annunciando l’arrivo a Napoli, proprio in quelle ore, di un bambino di tre anni gravemente ferito dai bombardamenti israeliani. Un’immagine che ha scosso la platea e che ha fatto emergere, ancora una volta, l’urgenza di un impegno culturale che non si limiti al gesto estetico.
Un luogo di comunità, ma anche di scontro
Anche il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha insistito sul ruolo del Salone come «oasi di gentilezza» e «splendido esempio di cultura popolare». Ma la sua presenza, per quanto istituzionale, non ha smorzato il tono delle polemiche. Il ministro ha replicato alla lettera aperta dei cineasti italiani, alle recenti accuse di Elio Germano, e ha ricevuto — seppur indirettamente — la replica di Fabio Fazio, presente in fiera con Luciana Littizzetto e Mara Venier. «Il vero tema — ha detto Fazio — è la sproporzione tra il potere di un ministro e quello di un cittadino».
Il libro italiano in affanno, appello per le librerie
Non è mancata una riflessione sullo stato dell’editoria. I dati presentati al Lingotto parlano chiaro: il primo trimestre del 2025 ha fatto registrare un calo del 3,4% nelle vendite, sia in copie che in valore. Un segnale preoccupante che ha riacceso il dibattito sulle “Carte Cultura e Merito”, ritenute da molti troppo selettive rispetto alla precedente 18App. Il ministro ha confermato la volontà di riformare il sistema premiando il merito, ma ha anche annunciato una legge sul libro condivisa con tutta la filiera e nuovi fondi strutturali per biblioteche e librerie, tra cui un possibile “modello Pantheon” per il sostegno diretto ai presìdi di lettura.
Finché ci sono libri, c’è speranza
Sul palco dell’Auditorium del Lingotto, Annalena Benini ha chiuso l’inaugurazione con un augurio: «Parole leggere che ci facciano volare». Un auspicio che, nel cuore di un’Europa inquieta e divisa, sembra un programma politico più che un esercizio poetico. Perché i libri non sono una consolazione: sono, sempre più, l’ultima forma di resistenza possibile.