Governo: la Camera vota la fiducia a Conte con 321 si

Italia Viva lascia la porta aperta, ma da Conte è chiusura. Zingaretti: Ottimo risultato al senato

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Conte supera il gualdo della camera e punta al bis al senato...

L'aula della Camera con 321 voti a favore, 259 contrari e 27 astenuti ha votato la fiducia al Governo, sulla risoluzione presentata dalla maggioranza, dopo le comunicazioni del premier Giuseppe Conte. Il voto si è svolto con chiama per appello nominale con voto palese.

En plein di voti alla Camera, ma il premier Giuseppe Conte "fluctuat nec mergitur", si diceva un tempo a Roma quando il Tevere si ingrossava per una piena che bagnava e poi passava. Il presidente del Consiglio ha sfoggiato tutta la sua capacita' di impermealizzazione politica e ha attraversato il guado piu' facile, quello della Camera. Una prova generale dell'impatto del Senato. Ma il fixing decisivo di questa duplice giornata parlamentare, che a tratti ha assunto l'andamento e le peculiarita' dei mercati finanziari, con rialzi, deprezzamenti, after hours, futures, insider trading, il fixing della fiducia del Governo sara' sancito dall'aula di Palazzo Madama, che gia' lunedi' ribolliva piu' di sussurri che di grida.

A Montecitorio Conte ha usato il pugno di ferro in un guanto di velluto, non ha mai citato o attaccato frontalmente Matteo Renzi, ma ne ha demolito le fondamenta dell'apertura della crisi. Una decisione che il premier ha definito lapidariamente irresponsabile, con una subliminale inflessione del tono della voce per sottolineare tutta la valenza negativa del termine.

Sul piano politico Conte ha lanciato il programma dei programmi, ovvero: facciamo tutto, ci sono miliardi di Recovery plan per sanita', digitalizzazione, scuola, Mezzogiorno, infrastrutture e cosi' via. Piu' concreta l'assicurazione di trasmettere a un esponente di fiducia la delega per l'intelligence, intorno alla quale sono lievitate tante polemiche e soprattutto circolati veleni incrociati. In punto di snodo e' l'appello agli europeisti, liberali e socialisti.

Un appello che dall'iniziale pur lontana assonanza aulica con l'appello ai liberi e forti di don Luigi Sturzo, e' subito virato sul concreto, sul surf politico dell'accenno al ministero dell'Agricoltura e delle altre deleghe lasciate libere dai renziani.

Il Governo val bene una delega, si potrebbe dire parafrasando la frase fluctuat nec mergitur, che e' il motto di Parigi. Con una notte prima dell'ultimo guado passata a studiare le mosse e le contromosse del duello diretto fra le consecutio dell'oratoria di Conte e il ritmo incalzante della dialettica di Matteo Renzi, che se decidesse di non astenersi e votare no potrebbe complicare ulteriormente la vita al Governo.

"Ho votato la fiducia, come ho sempre fatto nella mia vita mi sono assunta una responsabilita'. Non condivido la crisi ora. Lascio Forza Italia". Cosi' Renata Polverini lasciando la Camera dopo il voto sulla fiducia al Governo.

"Fiducia alla Camera dei Deputati ottenuta. Andiamo avanti, al fianco del presidente Giuseppe Conte, con l'obiettivo di rafforzare questa maggioranza lavorando per il Paese, per ogni singolo italiano. La pandemia non ci aspetta, la crisi economica intanto avanza e noi abbiamo il dovere di intervenire in maniera tempestiva con provvedimenti concreti. Per questo motivo in settimana dobbiamo approvare in Parlamento lo scostamento di bilancio da 32 miliardi di euro per dare nuovi ristori e aiuti a chi sta subendo gli effetti della crisi. Uniti". Cosi', in un post su Facebook, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

"Ottimo! Maggioranza assoluta alla Camera. Un fatto politico molto importante. Ora avanti per il bene dell'Italia". Cosi', su Twitter, il segretario del Pd Nicola Zingaretti.

Italia Viva non si arrende e lascia aperta la porta al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e alla maggioranza, nonostante la chiusura arrivata oggi dall'aula della Camera. "Il mio appello e' molto chiaro: c'e' un progetto politico preciso che mira a rendere il nostro Paese piu' moderno, a completare tante riforme messe in cantiere. Abbiamo bisogno di realizzare la transizione verde, di perseguire la transizione digitale, di affrontare tutte quelle diseguaglianze vecchie e nuove", sottolinrea Conte, nel corso della replica alla Camera.

"La mia opinione e' che una maggioranza raccogliticcia non ce la faccia. Da italiano faccio il tifo per il mio Paese, da esponente politico dico che con questi numeri tra due mesi saranno punto e a capo". Lo ha affermato Matteo Renzi, leader di Italia Viva, ospite a Tg2 Post. "Secondo me siamo in una fase molto semplice: o si fa l'interesse del Paese o si continua a perdere tempo", ha aggiunto.

"La Polverini ha votato a favore del Governo, quindi e' fuori da Forza Italia". Lo ha detto Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia, dopo il voto di fiducia alla Camera sul Governo. A chi gli chiedeva se fosse stato un fulmine a ciel sereno, ha risposto: "Non ha mai detto che avrebbe votato la fiducia al Governo. Per noi e' fuori".

"In Senato Conte non avra' la maggioranza assoluta, anzi, dovra' richiamare in servizio i senatori a vita, persone che non vengono mai a votare, che Grillo voleva abolire". Cosi', ospite a Tg2 Post, il leader della Lega Matteo Salvini. "Se il presidente del Consiglio domani non avesse la maggioranza assoluta in Senato si dovrebbe dimettere, poi si vedra' se c'e' una maggioranza alternativa, altrimenti la via maestra e' restituire la parola al popolo", ha aggiunto Salvini, ricordando che "il garante della Costituzione disse al centrodestra: 'Se non avete i numeri prima di andare in Parlamento, non vi do il mandato'". Italpress.