Sanità, ecco la verità sulle liste d'attesa. De Luca: Abbiamo fatto un miracolo

E avverte "certi disoccupati politici": difenderemo questi risultati con le unghie e con i denti

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?La Regione Campania migliora l'accesso alle cure: nel primo trimestre 2025, il 90% delle prime visite e il 97% delle prestazioni diagnostiche rispettano i tempi massimi. Scopri come

Napoli.  

La Campania taglia le liste d’attesa in sanità: nel primo trimestre del 2025, il 90% delle prime visite e il 97% degli esami diagnostici sono stati erogati nei tempi previsti. Un risultato raggiunto grazie al potenziamento del CUP regionale, all’integrazione tra pubblico e privato e all’uso di fondi statali quasi interamente spesi (212 milioni su 213 stanziati). Numeri che segnano un netto miglioramento rispetto al 2024, nonostante criticità come il carenza di personale e le disparità territoriali.

I dati: oncologia e cardiologia ok, male gastroenterologia e oculistica 
I dati, presentati all’Università Parthenope di Napoli, rivelano progressi significativi in ambiti chiave: le prime visite oncologiche, ad esempio, sono passate dal 47% al 94% di prestazioni garantite nei tempi stabiliti, mentre quelle cardiologiche sfiorano il 98%. Performance meno brillanti permangono per alcune specialità, come la gastroenterologia (79,6%) e l’oculistica (69,8%), e per esami complessi come la colonscopia, ancora in ritardo (solo il 41,8% rispetta i tempi).

Il CUP unico di prenotazione: nessuna altra regione in Italia come la Campania 

La regione ha puntato su strumenti come il CUP Sinfonia, un sistema unico digitale che unifica le prenotazioni in tutta la Campania, esteso dal 2022 a tutte le 17 aziende pubbliche e dal 2023 a 1.300 strutture private accreditate. Ogni giorno, 50 mila prestazioni sono gestite attraverso questa piattaforma, utilizzata da oltre un milione di cittadini via app o farmacie. Altro pilastro è l’organizzazione per Ambiti Territoriali di Garanzia, che ottimizza l’offerta sanitaria in base alla geografia e alle risorse locali.

Non mancano le ombre: il commissariamento decennale e il blocco del turnover hanno lasciato strascichi, con carenze di personale medico e difficoltà gestionali. E se la Campania ha speso quasi tutti i fondi statali, altre regioni hanno restituito al Ministero il 24% delle risorse (323 milioni su 1,37 miliardi), destinate spesso a ripianare bilanci anziché ridurre le liste.

La sfida ora è consolidare i risultati, soprattutto nelle aree più critiche, evitando il ricorso a “liste di galleggiamento” – trucchetti contabili già contestati dal Ministero – e puntando su un’ulteriore digitalizzazione. Intanto, il nuovo Piano Nazionale Liste d’Attesa 2025-2027, in discussione a maggio, potrebbe ampliare il monitoraggio a più prestazioni. Un test per verificare se il modello Campania reggerà alla pressione di una popolazione anziana e di un’offerta ancora disomogenea.

L'avvertimento di De Luca: "difenderò questo lavoro a tutti i costi" 

Vincenzo De Luca, che nell’Aula Magna “Matilde Serao” dell’Università Parthenope ha commentato i dati sulle liste d’attesa presentati dal Ruas Verdoliva, nel suo intervento ha invitato tutti a verificare i dati, lamentando una narrazione distorta e scorretta da parte dei mezzi di informazione nazionali che in questi anni non hanno guardato ai dati fattuali. 

Un monitoraggio pubblico, verificabile da chiunque, secondo il presidente della Regione, che rivendica il primato nazionale per gestione del Cup unico regionale, i pagamenti di farmaci e dispositivi medici più veloci delle altre regioni, l'avvio del fascicolo sanitario elettronico.  «Abbiamo raggiunto questi risultati con 15mila dipendenti in meno rispetto alla media italiana e ricevendo meno risorse dal fondo di riparto nazionale», ha ricordato De Luca, difendendo l’efficienza del sistema sanitario campano, e si è detto pronto  «a sfidare chiunque sui risultati».  

A poco più di quattro anni dall’uscita dal commissariamento (dicembre 2019), De Luca sottolinea come la Campania abbia anche «retto meglio di tutti l’epidemia da Covid», registrando uno dei tassi di mortalità più bassi d’Italia.  Un discorso dai toni netti, rivolto a difendere l’operato della Regione da eventuali strumentalizzazioni: «Non permetteremo alla politica politicante di mettere le mani su questo lavoro. Non lascerò che qualche disoccupato politico metta in discussione il lavoro immane che è stato realizzato in questi dieci anni». Il futuro candidato alla Regione Campania si ritenga avvisato.