Giustizia riparativa, avviato l'iter per realizzare un centro a Napoli

L'iniziativa promossa dall'assessore Trapanese nell'ambito della riforma Cartabia

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Napoli.  

Il Comune di Napoli si attiva per rendere concreto uno degli istituti introdotti dalla Riforma Cartabia: è stato pubblicato sul portale del Mercato elettronico della Pubblica Amministrazione l’avviso pubblico per la realizzazione di un Centro di Giustizia Riparativa. Il Centro è pensato come luogo di incontro tra l’autore del reato, la vittima e la comunità locale. L’obiettivo è realizzare programmi di giustizia attraverso la mediazione tra autore e vittima del reato, il dialogo riparativo e ogni altra forma di confronto, guidata da mediatori, nell’interesse di entrambe le parti. Lo rende noto il Comune di Napoli.

"La realizzazione del Centro di Giustizia Riparativa è un ulteriore tassello del mosaico che l’amministrazione Manfredi, in ossequio al dettato normativo, sta costruendo per favorire tutte le misure capaci di rendere concreta la funzione rieducativa della pena, anche in vista del pieno reinserimento sociale delle persone condannate. In questa direzione si inserisce anche il contributo di Gemma Tuccillo, già capo del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità, nominata dal Sindaco a supporto dell'assessore alle politiche sociali, individuato quale componente effettivo della conferenza locale per la giustizia riparativa del distretto della Corte di Appello di Napoli", fanno sapere da Palazzo San Giacomo. 

“Il Comune di Napoli compie un passo fondamentale verso una visione della giustizia più umana, inclusiva e rigenerativa – afferma l’assessore alle Politiche sociali, Luca Fella Trapanese –. Con la pubblicazione dell’avviso pubblico per la realizzazione di un Centro di Giustizia Riparativa, diamo concreto avvio a un presidio che sarà punto di riferimento per la mediazione, il dialogo e la ricomposizione dei conflitti. Questo Centro rappresenta una straordinaria opportunità per affermare il principio costituzionale della funzione rieducativa della pena e promuovere una comunità fondata sul riconoscimento reciproco, sul rispetto della persona offesa e sulla responsabilizzazione dell’autore dell’offesa”.