Prosegue l’ondata di occupazioni studentesche a Napoli. Dopo i licei occupati nei giorni scorsi, in mattinata è stato occupato il liceo statale Pasquale Villari, in via Rimini, nei pressi di piazza Nazionale.
Gli studenti hanno diffuso un comunicato in cui spiegano le motivazioni della protesta, collegandola al conflitto in Medio Oriente e alla situazione politica italiana.
“Agiamo per responsabilità storica”: la posizione degli studenti
Nel testo pubblicato dal collettivo, gli studenti affermano:
“Abbiamo deciso di occupare il nostro istituto per adempire alla nostra responsabilità storica e prendere posizione contro il genocidio attualmente in corso da parte d’Israele ai danni del popolo palestinese.”
Il messaggio si inserisce nel contesto delle mobilitazioni pro-Palestina che stanno interessando diversi istituti in tutta Italia.
“Ci uniamo all’ondata di occupazioni che in questo mese sta dimostrando alle istituzioni e all’attuale governo che gli studenti sanno qual è la parte giusta della storia e che i luoghi del sapere non possono essere complici del genocidio”, scrivono ancora gli studenti.
Una protesta politica, non contro la scuola
Il collettivo studentesco precisa che l’azione “non è in alcun modo un affronto alla dirigenza scolastica”, ma una manifestazione di carattere politico volta a sensibilizzare studenti, docenti e opinione pubblica.
L’obiettivo dichiarato è quello di “svegliare le coscienze” su temi sociali e internazionali, utilizzando la scuola come spazio di partecipazione e dibattito.
Nel mirino le politiche economiche del governo Meloni
Nel comunicato, gli studenti del liceo Villari criticano anche le scelte economiche del governo Meloni, accusato di investire troppo nella difesa militare a scapito della scuola pubblica.
“Il governo Meloni ha scelto da che parte stare, investendo 35,4 miliardi di euro in difesa militare, mentre un numero spropositato di scuole presenta strutture decadenti o non a norma”, si legge nel documento.
La protesta, dunque, lega le questioni internazionali alla condizione materiale degli istituti italiani, denunciando una crisi strutturale dell’istruzione pubblica.
Verso il corteo del 14 novembre
Il comunicato si chiude con l’annuncio di nuove iniziative:
“Il 14 novembre saremo in corteo perché un’altra scuola, un altro mondo è possibile. E noi vogliamo renderlo realtà.”
