«Mio figlio Luigi è morto o è incatenato»

Il dramma, la disperazione del padre

Meta.  

 

di Simonetta Ieppariello

«Mio figlio è prigioniero o morto». Sono piene di disperazione le parole di Giovanni Celentano, padre di Luigi, il 18enne metese sparito misteriosamente il 12 febbraio 2017. Un anno dopo ancora il buio. Nessuna notizia del giovanissimo Luigi, che sembra essere scomparso nel nulla. Davanti alle telecamere di "Chi l’ha visto?" l’uomo racconta di aver cercato il figlio per mesi. Ha cercato dove il suo intuito di genitore lo conduceva. Ha cercato dove pensava potesse essere andato il suo adorato figlio perlustrando, così, la riviera adriatica, poi le città di Milano, Firenze e Bologna. Ma di Luigi nessuna traccia.
 A Chi l'ha visto il padre di Luigi Celentano: "Per me l'hanno ammazzato"
Sono emerse alcune novità: il ragazzo, spiega la madre, ha rotto la scheda del telefono, l'ha spezzata, prima di lasciare casa: "Ho paura", avrebbe detto. Si è poi rivolto allo zio, a cui avrebbe offerto 20 euro per farsi trasportare lontano: "Qualcuno mi vuole uccidere", ha detto Luigi allo zio. Nei giorni precedenti alla scomparsa Luigi aveva denunciato anche il compagno della madre, che ha escluso il coinvolgimento del compagno nella drammatica vicenda della scomparsa.

Per il padre qualcuno ha traumatizzato Luigi, che potrebbe anche essersi fatto male scappando. "Ho fatto le carte ed è uscito il sette di picche, è una carta brutta. Vuol dire che lo tengono rinchiuso in qualche posto, incatenato, oppure l'hanno già ammazzato". 

Davanti alle telecamere della nota trasmissione il padre di Luigi, Giovanni, racconta la sua ricerca disperata e il suo terrore: che qualcuno abbia indotto quel ragazzino ad allontanarsi, o peggio che gli possa essere accaduto qualcosa di brutto. Era il 12 febbraio 2017 quando il ragazzo, nel cuore della notte, si vestì e uscì di casa per dirigersi verso l’abitazione dello zio Franco, a Vico Equense. Avrebbe raccontato: «Mi vogliono uccidere», avrebbe detto in preda al panico prima di tornare in strada e far perdere definitivamente le proprie tracce. Sarebbe scappato da Meta perchè preda del bullismo di alcuni, secondo il padre e i suoi familiari.
 
La Procura di Torre Annunziata ha aperto un’inchiesta sul caso, affidandola al sostituto Emilio Prisco. Al momento non ci sono indagati né ipotesi di reato. Negli ultimi mesi le forze dell’ordine e i volontari della Protezione Civile, coordinati dalla Prefettura di Napoli, hanno scandagliato ogni angolo della Costiera nella speranza di trovare Luigi. I carabinieri hanno analizzato i social network, sui quali il 18enne metese era particolarmente attivo.