Noemi, la piccola lotta. "Date un lavoro al suo papà"

La piccola migliora lentamente. Il punto sulle indagini

Napoli.  

Forse un debito tra narcos potrebbe essere stata la causa dell’agguato di piazza Nazionale in cui è rimasta gravemente ferita Noemi, la bimba di 4 anni, ricoverata dal tre maggio scorso al Santobono e che miracolosamente lunedì ha riaperto gli occhi dopo sette giorni di coma. E restano in carcere i fratelli Del Re, giovanissimi esponenti di una famiglia di Ras delle Case Nuove. Sui due Armando e Antonio, rispettivamente 28 e 18 anni, peserebbero gravissimi indizi di colpevolezza. Ma ci sarebbero almeno altri sei indagati. Da inquadrare la cornice accusatoria intorno al mandante della spedizione di morte, destinata a Salvatore Nurcaro, ma che ha visto rimanere ferita la piccola Noemi e sua nonna. Mentre Armando si è dichiarato innocente nel carcere di Siena, suo fratello Antonio a Nola si è avvalso della facoltà di non rispondere. Secondo quanto ricostruito alla base dell’agguato ci sarebbe anche pestaggio subito dal figlio di un camorrista, per vendicare il quale Nurcaro venne attirato in una trappola da una donna e sparato. Intanto dal Santobono arrivano nuove notizie su Noemi.

Noemi ha avuto un po’ di febbre, ma ieri la temperatura è scesa e i parametri vitali, e gli in- dici infiammatori, all’esame del sangue sono tutti nella norma. È ancora debole la piccola. La ripresa di una respirazione autonoma e regolare, sebbene assistita da una mascherina, e le prime mobilizzazioni degli arti sono il presupposto per proseguire sulla strada della buona ripresa.

Bisogna insomma, nonostante i progressi, tenere alta la guardia. Intanto continua il pellegrinaggio al Santobono con una valanga di doni per la bimba. Intanto ieri nuova marcia in piazza Nazionale dove vari gruppi di fujenti provenienti da Napoli e provincia ha intonato canti di preghiera per la bimba ricoverata mentre suo padre Fabio chiede un lavoro per poter assistere la sua piccina nella riabilitazione che servirà per molti mesi. «Fabio non chiede nullla, ma supporto per poter stare al fiancodis sua figlia in un percorso che è ancora molto lungo e difficile. "Alle 4,30 di mattina il genitore lascia l’ospedale ma il suo unico reddito viene da una bottega di 20 metri -come spiega l’avvocato Pisani».