Ginevra uccisa dal suo papà, lo strazio della madre

Salvatore Narciso ha lanciato la piccola di sedici mesi dal balcone e poi si è buttato

San Gennaro Vesuviano.  

Si chiamava Ginevra la bimba di sedici mesi uccisa da suo padre, che l’ha scaraventata nel vuoto, dal secondo piano della casa della nonna a San Gennaro Vesuviano. L’uomo, poi, si è buttato giù: la bimba è morta e lui, Salvatore Narciso 35 anni, è ricoverato in gravi condizioni all'ospedale Cardarelli di Napoli, ma non rischierebbe la vita.

Non c’è ancora alcun provvedimento restrittivo nei suoi confronti, ma è piantonato in ospedale. Il dramma si è consumato a casa della nonna materna della piccola Ginevra, Lisa Bifulco, che è stata assessore a San Gennaro Vesuviano, in via Cozzolino 117. Nulla lasciava presagire una simile tragedia. Il pm di turno, che ha imposto uno stretto riserbo sulla vicenda, ha sentito la moglie e i suoceri dell’uomo, e sta acquisendo altre testimonianze e i primi rilievi per valutare le contestazioni da muovere. Il papà, noto professionista Casertano, avrebbe compiuto l’ insano gesto proprio dalla casa della nonna materna, dove probabilmente la bambina dimorava a causa degli impegni lavorativi di entrambi i genitori, che abitano nel casertano. Ancora ignote le motivazioni che hanno spinto l’uomo al folle gesto. Al momento dei fatti sembrebbe che nell’appartamento fosse presente la nonna ma non la mamma della piccola, la Dottoressa Agnese D’Avino. Sgomento, incredulità per una comunità sotto schoc. Ci sarebbe stata una discussione, ieri sera, secondo una primo accertamento dei carabinieri, tra i genitori della bimba di 16 mesi uccisa. La vicenda è ancora tutta da ricostruire, così come è da stabilire se i due erano in procinto o meno di una separazione.

Il servizio 118 della Asl Napoli 3 Sud lo ha trasportato al Cardarelli dove sta per essere sottoposto a risonanza magnetica per essere poi trasferito in neurochirurgia e, a seguire, a un probabile intervento neurochirurgico. La prognosi resta al momento riservata. Nei suoi confronti non è stata ancora emessa alcuna misura. Sull'accaduto indagano i Carabinieri coordinati dalla Procura di Nola.