Sos del WWF: "Tutta la costiera sorrentino-amalfitana è a rischio idrogeologico"

Le segnalazioni dell'Associazione del Panda sui tanti casi avvenuti nell'area

sos del wwf tutta la costiera sorrentino amalfitana e a rischio idrogeologico

Decine le situazioni critiche che si sono già verificate sui due versanti della Penisola, quello sorrentino e quello amalfitano

Sorrento.  

All'indomani del disastro naturale che ha sconvolto Casamicciola si vivacizza il dibattito su un tema caldo e nello stesso tempo antico, quello delle precarie condizioni in cui versa il territorio e il rischio idrogeologico incombente su alcune aree dove lo sviluppo urbanistico, legale e abusivo, ha inciso pesantemente sugli equilibri ambientali.

Ancora una volta è il WWF Terre del Tirreno, l'associazione ambientalista diretta da Claudio D'Esposito, che richiama l'attenzione delle autorità amministrative e dell'opinione pubblica sui casi eclatanti che si registrano in tutta la costiera sorrentino-amalfitana tra la latitanza quasi generalizzata anche delle forze politiche di opposizione a livello amministrativo dove da tempo hanno rinunciato a svolgere quella preziosa opera di controllo e di denuncia necessaria ad accendere i riflettori su problemi seri delle comunità, in primis proprio la sistematica violazione del territorio e alterazione dell'ambiente.

Il WWF in prima linea nel contrasto alle illegalità urbanistiche

"Che la nostra Penisola sia una zona a grave rischio idrogeologico (nonché sismico) e a forte franosità e instabilità di versante, tutti lo sanno, ma stranamente se ne ricordano solo a “catastrofe” avvenuta - commenta d'Esposito - Tanto, alla fine, dopo lo “sconquasso” arrivano i soldi … e tanti … messi a disposizione per i fantomatici interventi di messa in sicurezza. E via con le reti, briglie e quant’altro … ovunque e comunque … dimenticandosi dell’ingegneria naturalistica che pure esiste… anche a costo di perdere un paesaggio unico al mondo, che tutti ci invidiano e che è la fonte primaria della stessa economia della nostra costiera.

Ormai “l’ordinario” (la chiamavano manutenzione!) non sembra più interessare i nostri amministratori che si svegliano solo quando arrivano i miliardi per le opere faraoniche extra-ordinarie. Peccato che non sempre tali risorse economiche vengono investite con criterio e scientificità".

Manca una visione di sviluppo coerente con la natuale vocazione dei luoghi

Parole dure quelle del presidente del WWF che punta l'indice contro un approccio ai temi del dissesto idrogeologico e delle politiche del territorio inconciliabili con una visione di salvaguardia ambientale e di sicurezza pubblica.
L'esempio del Vallone Porto di Positano. Proprio nel luogo più disabitato dell’intera costiera, erano stati messi a disposizione circa 500 mila euro per la “mitigazione del rischio da dissesto idrogeologico” salvo poi, dopo l’interessamento del WWF, svelare le mille contraddizioni di un assurdo progetto che avrebbe solo devastato la natura senza risolvere nulla, anzi peggiorando la situazione.

In questi ultimi anni siamo stati spettatori, in tutto il territorio della Penisola Sorrentina-Amalfitana, di frane, smottamenti e allagamenti. Un unico luogo è rimasto immune da ogni sorta di danno e devastazione: questo posto è proprio il Vallone Porto dove, seguendo un’antica e mai-superata legge della natura, l’acqua del fiume da millenni scende verso il mare, percorrendo la sua strada naturale nell’alveo in fondo alla forra. E per fortuna oggi accade ancora!

Si continua a mettere a repentaglio la vita delle persone

A Punta Campanella, nel comune di Massa Lubrense, sotto la frana che costò la vita a 10 persone nel ’73, si sono spesi quasi 2 milioni di denaro pubblico per far transitare i “disabili” (?) lungo una strada divenuta, dopo i lavori, carrabile. Il WWF è parte civile nel processo scaturito dopo le denunce che vede imputati progettista e costruttori. Nell’attesa di assistere a processioni di carrozzelle una chiorma di “abili" costruttori edili, pescatori o bracconieri ne approfitta per recarsi, a bordo dei propri veicoli motorizzati, nella punta estrema del santuario di Minerva.

Allo stesso modo per tutta la bella stagione (conclusasi appena qualche settimana fa!) abbiamo documentato il transito di autovetture, pulmini e quant'altro, per raggiungere la magica "Conca del Sogno" a Recommone, proprio nell'alveo di un torrente trasformato abusivamente in strada: tanto... che vuoi che succeda... gli eventi disastrosi in quel torrente accadono ogni 70 anni! Sembrerebbe che solo gli alberi siano pronti a cadere ... "ad horas"?

Troppi i casi di dissesto idrogeologico sottovalutati sul territorio

E mentre il crollo storico della Via Formiello a Piano di Sorrento è ormai entrato nel dimenticatoio (in attesa dei milioni promessi per il ripristino), i molteplici e periodici crolli sulla Strada Statale 163 (l’ultimo all’ingresso di Amalfi) e sulla via Nastro Azzurro, quelli delle abitazioni ai Colli di San Pietro e ai Colli di Fontanelle posti su di un terreno geologicamente instabile, la frana del versante del Monte Faito fino alla frazione di Moiano dopo i devastanti incendi, quella recente di un intero versante del Picco Sant’Angelo o del Vallone San Vito a Sant'Agnello, quello della via Ponte Orazio al confine tra Piano e Meta, della via Fontanelle al Capo di Sorrento, del costone sotto il Parco dei Principi, o nel Vallone dei Mulini a Sorrento dove qualcuno, con la complicità criminosa degli enti preposti, si ostina a costruire un “maccheronificio" in una forra ad alto rischio frana e alluvioni... sono solo la punta di un iceberg di tanti altri crolli, che ci fanno riflettere sulla precarietà e fragilità del nostro territorio che ci illudiamo di manomettere in eterno.

La tragedia di Atrani portò alla ribalta i reali rischi che la Costiera intera corre per il dissesto idrogeologico alla quale è sottoposta. Ma portò alla luce anche le gravi responsabilità dell’uomo e l’allarme, da troppo tempo ignorato, della necessità di manutenzione e pulizia ordinaria degli alvei assieme alla conservazione delle aree boschive e coltivate lungo le aste fluviali. Non c’è bisogno di opere maestose e faraoniche bensì abbiamo bisogno di controlli continui e piccole opere di difesa offerte spesso dall’ingegneria naturalistica in aree dove l’emergenza è reale.
Ma, ahimè, visto il fermento senza sosta di betoniere, ruspe e motoseghe, frenetiche dal mare ai monti, dubito che questo possa realmente accadere.

(Nella foto vista panoramica di Vico Equense)
Oggi la tragedia di Casamicciola fa tornare d'attualità in tutta la sua drammaticità un problema che la politica non ha mai seriamente saputo, o voluto, affrontare!".