Sorrento, dubbi del Wwf sul progetto di "rinascita" della pineta "Le Tore"

Entro il 15 marzo il comune dovrà redigere il piano esecutivo di bonifica e riforestazione dell'area

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L'associazione ambientalista diretta da Claudio D'Esposito esprime molti dubbi sulla tipologia degli interventi che metterebbero a rischio l'avifauna e il sottobosco dell'unica pineta pubblica in Penisola Sorrentina

Sorrento.  

La notizia dell'avvenuto dissequestro da parte della Procura della Repubblica di Torre Annunziata della pineta Le Tore di Sorrento e del progetto di bonifica che dovrà attuarsi con saggi nel piazzale dell'eliporto e la predisposizione di un progetto esecutivo di riqualificazione entro il 15 marzo ha spinto il WWF Terre del Tirreno a formalizzare una dettagliata relazione all'Amministrazione sull'intervento da progettuarsi e attuarsi considerando che alla scadenza prevista inizia la delicata fase di nidificazione dell'avifauna.

Il comune ha stanziato 481mila euro per la bonifica e riforestazione della pineta

Le osservazioni dell'Associazione del Panda riguardano lo stanziamento di ben 481mila euro da parte del Comune per riprendere i lavori nella pineta. Diseguito le considerazioni espresse dal WWF sull'ìntervento nell'area.
Si legge nel nuovo progetto che “le attività saranno finalizzate soprattutto al recupero dell’area verde che, a causa di diversi eventi come incendi e tempeste verificatisi negli ultimi anni, è stata gravemente danneggiata”, ma si omette di dire che il danno, dopo l’incendio del 2017 e la tempesta del 2018, è stato inferto proprio dalle motoseghe su incarico dell’amministrazione comunale precedente, con cospicui finanziamenti pubblici oltre che privati (Timberland e Terna).
La riqualificazione ora approvata prevede “interventi di rinaturalizzazione del soprassuolo e del sottobosco, con l'installazione di nuovi alberi di specie autoctone, come quercete mediterranee, con aspetti arbustivi a macchia, che andranno a sostituire le zone degradate della pineta.” In pratica proprio quello che l’amministrazione precedente aveva proclamato di voler fare, salvo invece procedere ad un disboscamento senza precedenti del polmone verde, con taglio di alberi sani e non previsti dal progetto.

Nel 2020 la denuncia del WWF fermò le motoseghe pronte ad entrare in azione

La denuncia del WWF fermò le motoseghe e ottenne, a novembre del 2020, il sequestro dell’area da parte dei Carabinieri Forestali di Castellammare di Stabia su disposizione della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, quando ormai quasi un quarto della pineta era già andata distrutta.
Ora si torna a parlare di questa importante area a verde. Ma chi sono i protagonisti che dovranno attuare la “riqualificazione e la rinascita” delle Tore? Perché, al di là delle buone intenzioni e delle belle parole, c’è bisogno di affidarsi a chi della tutela della natura e della pianificazione e gestione di aree naturali ha conoscenza, professionalità ed esperienza, oltre che credibilità! Per poter al meglio intervenire nella gestione di un bosco è necessario avere tutte le opportune conoscenze scientifiche e tecniche nelle varie materie: dalla botanica all’ecologia, dalle scienze forestali alla selvicoltura.

Leggere nel progetto a firma del dott. for. Savino Mastrullo, che “le opere programmate saranno precedute da interventi di decespugliamento ed eradicazione del sottobosco… e dalla sua messa in sicurezza” ci mette in allerta. Iniziare col tagliare altri alberi e dichiarare di voler "eradicare il sottobosco" svela una scarsa sensibilità ambientale: nel sottobosco, costituito da piante, felci, funghi, muschi e licheni, trova cibo e rifugio gran parte degli organismi viventi di tutta la pineta (insetti, anfibi, rettili, uccelli, mammiferi). Inoltre nel sottile e precario strato di humus, che il sottobosco protegge dall’insolazione, c’è il “carburante” dell’intera biodiversità. La differenza tra un bosco e un parco urbano attrezzato, o un giardino di un albergo ben curato, sembrerebbe non affatto chiara a tecnici ed amministratori.

Claudio D'Esposito: curare un bosco significa proteggerne la selvaticità

“Prendersi cura di un bosco significa proteggere la sua selvaticità - scrive Claudio d’Esposito Presidente del WWF Terre del Tirreno - il bosco sa cavarsela benissimo da solo, non va né diradato né ripulito del suo sottobosco e la sua bellezza è nell'armonia, non nell'essere "ordinato". Quando eravamo piccoli, i boschi erano qualcosa di magico che ci consentivano di vivere giornate intense, inventando giochi innocenti che a noi sembravano straordinari. Quando si andava nei boschi era una festa. In un mondo sempre più veloce e in affanno i boschi ci permettono di rallentare e di riprenderci il nostro tempo, in cui un’ora è davvero un’ora della propria vita e non l’intervallo tra un appuntamento e l’altro. Riteniamo che la pineta delle Tore abbia debba continuare ad avere, come accade da almeno mezzo secolo, un ruolo di spazio naturale ricreativo e contemplativo, lontano da ogni visione di sfruttamento selvi-colturale e/o ipotizzato utilizzo economico, se non quello derivante dalla sua conservazione e tutela”.

L’obiettivo comune che condividiamo è quello di restituire il sito della Pineta le Tore alla piena fruizione della popolazione locale e dei visitatori e ben venga la risistemazione della sentieristica e della segnaletica, uniti ad un serio rimboschimento.  Ma la prima cosa da tener presente è il RISPETTO dei delicati equilibri, già in gran parte violati, dell’ecosistema naturale e dell’organismo vegetale nel quale si va ad operare, rappresentato da 12.000 residui esemplari di Pino marittimo (Pinus pinaster) piantati dall’uomo, filati verso il cielo e strettamente interconnessi l’uno all’altro: qualsiasi intervento verrà attuato sui singoli esemplari si ripercuoterà inevitabilmente anche su tutti gli altri! Siamo in presenza infatti non di singole piante, ma di un unicum che da mezzo secolo convive e si sostiene mutualmente. Più avanzerà il fronte del “disboscamento” più si esporranno gli alberi superstiti alle avversità e ai rischi parassitari e strutturali condannando, nel tempo, ad una lenta moria grossa parte del bosco violentato. Ecco perchè il WWF chiede di non tagliare altri alberi che non siano già morti, spezzati o caduti.

Le Tore sono inserite nel "Parco Territoriale" e sono parte integrante del paesaggio sorrentino

Inoltre è bene ricordare che la pineta delle Tore è inserita in un “Parco territoriale” e fa parte a pieno titolo del paesaggio sorrentino, quindi non un bosco con finalità di reddito colturale come una errata e forzata interpretazione del recente TUF (D. Lgs. 3 aprile 2018, n. 34) potrebbe dare ad intendere.
Il progetto approvato dal comune, tuttavia, non prende affatto in considerazione i vincoli paesaggistici posti sull’area dal P.U.T. con la L.R. n. 35/87. Trattasi infatti di un bosco di assoluta e inequivocabile rilevanza paesaggistica (n.d.r. è l’unica pineta pubblica fruibile da Massa Lubrense a Vico Equense) che, oltre all’intrinseco valore ambientale, rappresenta un forte elemento caratterizzante ed identificante la comunità.
La funzionalità ricreativa del bosco, unitamente a quella paesaggistica, è forse quella maggiormente percepita dalla popolazione. Inoltre la pineta ricade in Zona Speciale di Conservazione (ZSC) denominata “Costiera amalfitana tra Nerano e Positano” e ciò comporta che per qualsiasi intervento, potenzialmente capace di limitare la naturalità del sito, è richiesta una Valutazione di Incidenza Ambientale, tenendo conto delle nuove “Linee guida per la redazione della Valutazione di Incidenza”, che garantisca che l'intervento non ne pregiudichi l'integrità e non ne danneggi le componenti faunistiche e floristiche. Cosa che non è stata presa in considerazione nel progetto di cui si discute!

Le proposte del WWF Terre del Tirreno per la riforestazione

Il WWF Terre del Tirreno nel corposo documento, redatto dagli esperti dell’associazione, suggerisce gli interventi tecnici a farsi: dall’epoca di piantagione al sesto d’impianto che deve essere il più naturale possibile e con distanze (7/10 m per gli alberi e 3 m per gli arbusti) che permettano agli esemplari arborei di prima grandezza di non andare in competizione filando verso l’alto, elenca una serie di essenze arboree e arbustive autoctone che non sono state affatto considerate, chiede di non abbattere 95 robinie come previsto in progetto solo perché “non autoctone”.