L’udienza del Tribunale di Sorveglianza di Roma, chiamato a decidere sulla richiesta di semilibertà avanzata da Francesco Schettino, è stata rinviata all’8 aprile. L’ex comandante della Costa Concordia, condannato a 16 anni di reclusione per il naufragio del 13 gennaio 2012 all’Isola del Giglio, attendeva per oggi la decisione che gli avrebbe potuto consentire di trascorrere parte della giornata fuori dal carcere per attività lavorative. Il rinvio è dovuto al cambio del giudice relatore, con conseguente aggiornamento dell’udienza.
Un rinvio che non spegne le polemiche
Schettino, attualmente detenuto a Rebibbia, ha già beneficiato di alcuni permessi grazie alla buona condotta e ha lavorato alla digitalizzazione di documenti giudiziari. L’istanza di semilibertà è stata presentata dal suo legale, l’avvocato Paola Astarita. Tuttavia, l’ipotesi di un suo parziale ritorno in libertà continua a scatenare la rabbia dei familiari delle vittime, che ritengono che il comandante debba scontare interamente la sua pena.
L’indignazione dei parenti delle vittime
Vanessa Brolli, sopravvissuta alla tragedia, ha dichiarato: “Schettino deve pagare per le sue colpe, la sua vera condanna è convivere con questo peso”. Ancora più duro il commento di Giovanni Girolamo, padre del musicista di bordo Giuseppe: “Per me dovrebbe scontare 32 ergastoli, uno per ogni vittima”. Il caso, che resta uno dei più tragici della storia marittima italiana, continua dunque a suscitare forti emozioni, mentre si attende la nuova udienza dell’8 aprile per conoscere la decisione dei giudici.
