Venezia '76, grande attesa per il Martin Eden napoletano

Oggi alla Mostra del Cinema arriva il secondo film italiano in concorso del regista casertano

Tratto dall'omonimo romanzo di Jack London, Luca Marinelli nei panni del giovane e ambizioso marinaio scrittore

Napoli.  

E' il secondo dei tre film italiani in concorso per il Leone d'Oro. 'Martin Eden' di Pietro Marcello, regista casertano classe '76, è il libero adattamento del capolavoro autobiografico di Jack London.  Luca Marinelli ( David di Donatello per il miglior attore non protagonista per Lo chiamavano Jeeg Robot) veste i panni del marinaio che scopre la passione per i libri e la scrittura. 

Per Pietro Marcello è stata una vera sfida adattare il romanzo del grande scrittore statunitense. Scritto insieme a Maurizio Braucci, la storia ripercorre liberamente l'omonimo racconto ambientato nella San Francisco di inizio novecento, ma il Martin Eden italiano vive a Napoli. "Una città accogliente e tollerante, un vero laboratorio all'aperto" dice il regista che dentro a questo film ha messo tutta la cultura cinematografica italiana, e tutta la grande storia del novecento ricorrendo anche a immagini d'archivio che si alternano con il girato non montato di film precedenti, usate come contrappunto della Grande Storia alla storia di Martin. 

Martin Eden è un giovane marinaio senza istruzione. Dopo aver salvato da un pestaggio Arturo, giovane rampollo della borghesia industriale, Martin  viene ricevuto nella casa della famiglia del ragazzo. Qui conosce Elena, la bella sorella di Arturo, di cui si innamora al primo sguardo. La giovane donna, colta e raffinata, diventa non solo un’ossessione amorosa ma il simbolo dello status sociale cui Martin aspira a elevarsi. A costo di enormi fatiche e affrontando gli ostacoli della propria umile origine, Martin insegue il sogno di diventare scrittore e – influenzato dal vecchio intellettuale Russ Brissenden – si avvicina ai circoli socialisti, entrando per questo in conflitto con Elena e il suo mondo borghese.

Azzeccatissima la scelta di Marinelli nei panni di quello che lo stesso London definì "un eroe negativo" perché aveva tradito la sua classe sociale di origine. Tutto il romanzo vive di una dialettica tra individualismo e socialismo e sottolinea gli aspetti contraaddittori legati all'industria culturale. Nel contempo Martin era e resta prima di tutto un essere umano con i suoi sogni e le sue ambizioni. 

"Martin Eden racconta la nostra storia, la storia di chi si è formato non nella famiglia o nella scuola, ma attraverso la cultura incontrata lungo la strada - dice il regista -  È il romanzo degli autodidatti, di chi ha creduto nella cultura come strumento di emancipazione e ne è stato, in parte, deluso. Un libro di grande attualità politica, che rivela la capacità di Jack London di vedere le fosche tinte del futuro, le perversioni e i tormenti del ventesimo secolo. Abbiamo immaginato il nostro Martin attraversare il Novecento, o meglio una ‘crasi’, una trasposizione trasognata del secolo, libera da coordinate temporali, ambientata non più nella California del romanzo ma in una Napoli che potrebbe essere una qualsiasi città portuale (non solo) d’Italia".

Oggi quel Martin arriva a Venezia e c'è grande emozione. Nelle sale dal 5 settembre.