Coronavirus, De Magistris: "Noi sindaci lasciati soli" - video

Critico con la gestione dell'emergenza, il sindaco di Napoli interviene in diretta su Ottochannel

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"Disastro sanità figlio di gestione degli ultimi anni. Governo e Regione si rimpallano responsabilità. Tamponi ancora pochi e nessuno pensa a strutture per la quarantena dei positivi. Fondo di sostegno napoletano per chi rimane senza reddito"

Napoli.  

La dotazione di partenza di posti in terapia intensiva della Campania era di 334 posti letto per sei milioni di abitanti. È questo il dato che più colpisce il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, intervenuto in diretta su Ottochannel, sull'emergenza coronavirus.

“Stiamo pagando lo smantellamento progressivo della sanità in questi ultimi dieci anni - dice Dema - e adesso dobbiamo combattere a mani nude”. Molto critico anche sulla gestione dell'emergenza a livello nazionale e regionale. I sindaci avrebbero potuto avere un ruolo diverso in questa crisi. Intanto si cerca di “tamponare” con delibere straordinarie anche la grave ricaduta economica che sta colpendo tutti, soprattutto le fasce sociali già indebolite dalla disoccupazione e dalla precarietà. Il comune di Napoli è pronto a varare il Fondo di napoletano di sostegno.

Ma andiamo con ordine. I numeri dei contagi che arrivano da Napoli città non sono, almeno non ancora, catastrofici. Il capoluogo sta regendo abbastanza bene a questa emergenza.

“Si, devo dire che Napoli sta reagendo con responsabilità e maturità nel rispetto delle norme e dei divieti. Poi chiaramente una città come la nostra ha dei luoghi dove è più difficile gestire il controllo, penso ai borghi dove ci sono solo botteghe di prossimità e lì si fa più fatica, ma c'è disciplina. Del restoi numeri dei contagiati, ad oggi 350, ci incoraaggiano, vuol dire che moltissimi stanno a casa. Siamo preoccupati però, non posso negarlo, molto preoccupati della saturazione del sistema sanitario regionale".

Ecco lei ha ascoltato l'appello, drammatico, del Governatore De Luca al Governo. C'è chi ha letto quella lettera a Conte come una dichiarazione di resa e chi invece lo ha interpretato come un gesto necessario vista la carenza cronica di attrezzature e dispositivi per i nostri ospedali. Lei come valuta la gestione di questa emergenza?

Mettiamo chiarezza. Sono 20 anni che la sanità è gestita in italia dalle Regioni. Se oggi abbiamo in Campania come in Lombardia uno smantellamento forte dei presidi di salute pubblica questo è dovuto alle politiche regionali degli ultimi anni. Adesso, il Governo aveva un'arma che ha ritenuto di non utilizzare fino in fondo. Trattandosi di emergenza nazionale avrebbe potuto accentrare tutta al gestione a livello nazionale. Non lo ha fatto probabilmente per non sottrarre autonomia alle regioni ma anche per non accollarsi il disastro annunciato in alcune zone, vuoi anche per ragioni politiche. Si è trovato quindi un equilibro ma certe volte sfioriamo la farsa assistendo a un balletto di ordinanze, a chi la fa più dura, tra presidente del Consiglio e presidente di Regione. Avrei gradito, da sindaco della terza città di Italia, maggiore uniformità di condotte che avrebbe sicuramente agevolato la gestione”.

A proposito di autonomia. Ci sono sindaci che hanno deciso di adottare provvedimenti in maniera difforme dalle linee guida emanate dal governo. Ad esempio ad Avellino il sindaco Gianluca Festa ha deciso di fare tamponi di massa ritenendo che il modello sud coerano sia più efficace di quelli messi in campo da governo e regione.

“Alla luce dell'ultimo decreto pubblicato in gazzetta diciamo subito che il Governo ha vietato ai sindaci di emanare ordinanze contingibili e urgenti che vanno in direzione diversa da quelle nazionali. Quindi a noi sindaci ci hanno lasciato ulteriormente a mani nude. Però io la penso come il sindaco di Avellino: noi non ci facciamo legare le mani. Io l'ho fatto con le mascherine. La produzione era stata centralizzata a livello regionale e nazionale. Da noi non arrivava nulla e ci siamo attrezzati: ora abbiamo aziende campane che ci producono 5mila mascherine alla settimana che distribuiamo in aggiunta a quelle della protezione civile. Noi ci attrezziamo comunque non possiamo aspettare che decidono solo gli altri, altrimenti i cittadini restano senza munizioni e difese”

A proposito di munizioni. Stamattina abbiamo raccontato del furto di tute e mascherine all'ospedale Loreto Mare...

“Eh davvero non ci sono parole. La situazione è già molto critica. Bisogna essere uniti in questo momento, la priorità deve essere fornire munizioni alla prma linea dei medici e degli operatori sanitari che fanno un lavoro eroico senza logistica e senza armi. Noi abbiamo cominciato questa guerra con un numero che fa male: 334 posti letto di terapia intensiva in tutta la Campania per 6 milioni di abitanti. Adesso stanno cercando di arrivare a 500 entro aprile. E meno male che i campani stanno a casa. Con questi numeri è davvero complicato. Invece di sparare addosso al cittadino che rispetta le regole bisognerebbe fare una riflessione sul perché siamo ridotti a questo. Non c'è commento da fare, possiamo solo riconoscere la grave responsabilità di chi ci ha portato a tutto questo”.

Ora si apre finalmente un dialogo con la sanità privata che può mettere a disposizione risorse e posti letto aggiuntivi. Poi c'è il dato dei tamponi, ancora troppo pochi.

“Si finalmente la sanità privata entra in campo e ci è voluto il decreto che prevede anche la requisizione se necessario. Ma si può fare di più. Sui tamponi siamo l'ultima regione d'italia. Io mi chiedo: perchè non sono stati previsti e predisposti luoghi in cui le persone contagiate possano fare la quarantena lontano dai propri familiari?La maggior parte dei contagiati, dopo i medici e gli infermieri, sono i cittadini che presentano lievi sintomi e che vengono rimandati a casa in isolamento.Nei nostri territori, lo sappiamo, ci sono case in cui c'è tanta gente. Qui pure si doveva agire in maniera diversa. Ecco perché credo che icontagi in Campania siano di gran lunga superiori ai numeri ufficiali.Abbiamo tanti luoghi dove garantire un letto vitto e assistenza sanitaria maggiore, edifici pubblici, alberghi, navi. Abbiamo messo a disposizione delle autorità sanitarie tante opzioni. Invece si è fatta questa scelta di lasciare i sindaci fuori. Chi deve decidere allora lo faccia presto. Lo vediamo dai dati epidemiologici. Casi di persone morte in casa, anziani infettati da figli e nipoti magari asintomatici, o intere famiglie colpite perchè uno solo positivo non è stato isolato”.

C'è poi il dato altrettanto impressionante che arriva dal mondo economico e turistico. Si parla già di 50 milioni andati in fumo per la sola città di Napoli.

“È una tragedia economica e sociale. Il Governo deve fare molto di più. Il “Cura Italia” è un pannicello caldo: anche qui noi sindaci lasciati completamente soli. Tra qualche settimana non si potranno più garantire i servizi, pagare i dipendenti, assicurare la raccolta dei rifiuti. Dobbiamo ragionare come in una economia di guerra. Nelle prossime ore abbiamo deciso di approvare una delibera per dare vita a un fondo speciale, il “Fondo napoletano di sostegno” a chi è rimasto senza reddito. Inoltre vogliamo prorogare la sospensione e l'annullamento di tutti i pagamenti e i tributi per le attività economiche fino alla fine del 2020. Questa è una guerra con un nemico invisibile, bisogna mettere in campo più liquidità. Adesso è il momento che il pubblico faccia quello che deve fare. Noi non lasceremo indietro nessuno”.