Il Salernitano ricorda il terremoto del 1980: 90 secondi di terrore e paura

Il presidente della provincia Franco Alfieri: "A 42 anni dal sisma ci aspettano altre sfide"

il salernitano ricorda il terremoto del 1980 90 secondi di terrore e paura

Le due scosse cancellarono oltre 70 mila costruzioni in 600 comuni e ne danneggiarono gravemente altre 250.000. A 42 anni dal sisma resta vivo il ricordo della tragedia.

Salerno.  

Un minuto e mezzo bastò a sconvolgere la Campania. Il 23 novembre del 1980, alle 19.34,53, due scosse sismiche, di cui la più violenta caratterizzata da una magnitudo di 6.9, cancellarono in appena 90 secondi interi paesi seminando distruzione e morte, colpendo un’area di 17.000 chilometri che andava dall'Irpinia al Vulture, a cavallo delle province di Avellino, Salerno e Potenza.

Una tragedia e una ferita ancora aperta per tanti comuni. Oltre 70 mila costruzioni in 600 comuni cancellate, migliaia i volontari accorsi da ogni parte d'Italia e del mondo, un danno economico di oltre 26 miliardi di euro.

Nel Salernitano furono numerosi i comuni colpiti: tra quelli dichiarati "disastrati" Castelnuovo di Conza, Laviano, Colliano, Ricigliano, Romagnano al Monte, Salvitelle, San Gregorio Magno, Santomenna, Valva. Tutti comuni situati a nord est della provincia. Danni enormi anche nel capoluogo. Dei quasi 3mila morti, in provincia di Salerno il bilancio ufficiale delle vittime fu di 674 morti e di 2.468 feriti.

Oggi, il giorno del ricordo. 

Le parole del presidente della provincia Franco Alfieri

“Oggi - dichiara il Presidente della Provincia di Salerno Franco Alfieri - la capacita che abbiamo avuto di risollevarci da quel terribile momento ci deve guidare a rialzarci da altre ferite profonde. Cambiamento climatico, crisi economica ed energetica sono le nuove sfide.

Come siamo ripartiti dopo il terremoto del 1980 così dobbiamo ripartire ora. Il PNRR affida a Province e Comuni il compito di programmare e gestire gli interventi che verranno finanziati per i territori. Ognuno di noi con il proprio ruolo, è chiamato in causa. Dobbiamo lavorare tutti compatti per la tutela e valorizzazione delle nostre comunità, di tutto il nostro Sud.