Minacce al sindaco Coppola, Comune parte civile nel processo

La costituzione nell'udienza preliminare di questa mattina. Gli imputati chiedono l'abbreviato

Agropoli.  

Minacce al sindaco Adamo Coppola e ad un ufficiale dei carabinieri: il comune di Agropoli si costituisce parte civile nel procedimento penale a carico di Vito Marotta alias Corleone, Marotta Vito (classe 90), Vito Marotta, alias Dumbone, Antonio Dolce e Enzo Cesarulo alias U’ Cavallaro difesi dagli avvocati Leopoldo Catena, Pierluigi Spadafora e Giuseppe della Monica. La costituzione di parte civile è avvenuta nel corso dell’udienza preliminare svoltasi questa mattina dinanzi al Gup Vincenzo Pellegrino. Tutti e 5 gli imputati, appartenenti al clan degli zingari hanno chiesto di essere processati con il rito dell’abbreviato. L’ammissione o meno al rito alternativo sarà comunicato dal Gup nell’udienza del prossimo 14 maggio. A seguito dell’arresto dei componenti del sodalizio criminale, il Tribunale del Riesame, al quale si erano rivolti i legali degli imputati, nel respingere le richieste di misure alternative, per la prima volta ha parlato dell’esistenza di un clan camorristico nel territorio di Agropoli.  I giudici nelle motivazioni della sentenza scrivono che gli esponenti “del clan familiare Marotta si sono distinti sul territorio di Agropoli, oltre che per la sistematica e pervicace commissione di reati contro il patrimonio, anche per l’arroganza e l’indole violenta che li caratterizza, sfociata in una miriade di precedenti per rissa, percosse, minacce che hanno coinvolto nel tempo una molteplicità di esponenti di varie famiglie. Detta propensione all’aggressione violenta ed alla sopraffazione fisica, raggiungeva poi, il suo culmine nel momento in cui veniva rivolta anche contro esponenti delle istituzioni, come dimostrano le violenze e le intimidazioni ai carabinieri da parte dei vari componenti del gruppo Marotta”. Per il Riesame l’episodio più grave è sicuramente l’aggressione ai danni del capitano dei carabinieri Giuseppe Genovese avvenuta il 10 maggio del 2003. A seguito di tale aggressione furono arrestati Enzo Cesarulo, alias U’ Cavallaro ritenuto responsabile di violenza e minaccia, lesioni e oltraggio a pubblico ufficiale. Minacce e intimidazioni che successivamente sono state rivolte anche al sindaco Adamo Coppola.