Mutualità e crisi economica, club a rischio iscrizione

Situazione caotica in B, ecco perchè

Salerno.  

In linea teorica, il prossimo campionato di serie B sarà una sorta di A2: quando ai nastri di partenza si presentano club blasonati come Empoli, Palermo, Pescara, Foggia, Venezia, Bari, Cesena, Salernitana, Avellino, Novara, Spezia, Carpi e Frosinone (in attesa di una tra Parma e Alessandria, senza dimenticare che c'è sempre la sorpresa dietro l'angolo) è fin troppo facile prevedere che lo spettacolo sarà di livello più elevato rispetto agli ultimi anni. La situazione, però, potrebbe cambiare radicalmente, complice una crisi economica che sta costringendo numerosi presidenti a rivedere programmi e strategie. Non solo a Salerno, ma anche a Bari e Novara ora si parla di acquistare giovani e alleggerire il monte ingaggi, il Frosinone non potrà certo fare la voce grossa non usufruendo del paracadute, stesso discorso per il Carpi, mentre il Palermo ha tanti debiti e il closing slitta giorno dopo giorno, una situazione che rischia di tardare la programmazione. 

Di mezzo c'è anche il discorso della cosiddetta mutualità, ovvero di quei soldi (in media 1,8 milioni di euro) elargiti ad ogni club e distribuiti in base ad una serie di parametri quali le strutture, la realizzazione di progetti dedicati agli altri sport e i risultati conquistati con le formazioni giovanili. Nel 2008, infatti, la cosiddetta Legge Melandri intese venire incontro alle società calcistiche garantendo ogni anno denaro contante utile a proseguire l'attività sportiva in nome del cosiddetto "equilibrio competitivo". Queste somme, sicuramente importanti, hanno permesso a tanti presidenti di investire sul mercato, oggi però le cose potrebbero cambiare e il calcio di serie B è appeso davvero a un filo sottilissimo. Si registra, infatti, un drastico taglio delle risorse (provenienti dalla serie A), un problema che, stando a quanto riportato dal sito CalcioeFinanza.it, potrebbe addirittura mettere a rischio l'iscrizione di qualche squadra. Il Decreto Fiscale ha rivisto le quote di mutualità riservando appena il 6% dei proventi alla B.

Non solo: se prima ogni presidente era libero di spendere quei soldi come meglio riteneva opportuno, da oggi sarà obbligato a utilizzarli per i progetti sul settore giovanile e l'impiantistica sportiva, previa rendicontazione: le società, infatti, dovranno dimostrare carte alla mano di aver rispettato la nuova normativa vigente. In questo modo, dunque, per le spese di gestione quotidiane bisognerà autofinanziarsi, un problema sollevato anche dal presidente Marco Mezzaroma nell'intervista rilasciata alla nostra redazione in settimana. Inutile rimarcare che negli altri campionati europei c'è maggior considerazione delle categorie minori: non a caso gli stadi sono sempre pieni e il livello delle partite è molto più elevato anche grazie al coraggio di puntare su tanti giovani. A questo punto non è affatto da escludere che le società di B si possano coalizzare mettendo a rischio la partenza del prossimo campionato attraverso un'azione di forza e uno sciopero collettivo. Si prevede, dunque, un'altra estate afosa non solo dal punto di vista climatico.

Gaetano Ferraiuolo