Salernitana-Iervolino: quarto compleanno da patron con voglia di rivalsa

L'inferno della serie C il passo più doloroso della sua era granata, ora serve ripartire

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Salerno.  

“Questa categoria non ci appartiene”. Il 2025 di Danilo Iervolino a tinte granata si chiude con l’amarezza di una retrocessione che è un pugno nello stomaco. Il playout prima con il Frosinone e poi con la Sampdoria dall'epilogo già sussurrato, la sensazione di un torto clamoroso subito resta, diventa quasi impossibile da cancellare. Nemmeno il tempo è servito per rimarginare una ferita aperta. La Salernitana ne sente ancora di più oggi le conseguenze, con quel declassamento in serie C che brucia. Un passo falso durissimo a livello aziendale, ancor di più a livello sportivo, con una mortificazione sportiva che ha segnato società, ambiente, tifoseria. Un mix che lo ha spinto a parlare a cuore aperto a tutti i suoi tesserati nella cena natalizia dello scorso 21 dicembre.

Quarto compleanno da patron granata

Impossibile immaginare questo scenario appena quattro anni fa. Era il 31 dicembre 2021 quando, quasi allo scoccare della mezzanotte, Danilo Iervolino chiuse l’accordo per l’acquisizione della Salernitana, salvandola dal baratro dell’esclusione dal campionato di serie A per il regime di “trust” per la querelle multiproprietà legata a Claudio Lotito. I messaggi di gioia impazzarono di cellulare in cellulare, rendendo quel Capodanno una resurrezione granata. Quattro anni dopo, la Salernitana si lecca le ferite, passata a sognare la parte sinistra di classifica, a rincorrere utopie di mercato come Cavani, Mertens, Isco, aver festeggiato per i gol di Candreva, Piatek, Dia, scritto la storia con due salvezze di fila. Poi il buio, la retrocessione in serie B, le promesse di rivoluzione, di piani triennali diventati carta straccia. Fino all’epilogo amarissimo dello scorso giugno.

L’inferno della C

“I Faggiano passano, gli Iervolino restano”. Nella nuova Salernitana che sta provando a rialzarsi dopo il colpo durissimo del declassamento in terza serie c’è tanto di Danilo Iervolino. Dalla voglia di andare via, di chiudere con il calcio, all’ambizione di ritornare in alto imparando anche dagli errori del passato. Niente più spese folli, niente rivoluzioni a campionato in corso. Tutto nelle mani di gente esperta come Daniele Faggiano che più volte ha sottolineato la vicinanza e la solidità di un patron che in quattro anni ha chiuso bilanci per una somma complessiva che si aggira sui 140 milioni di passivo, tutti onorati nel nome di una società in saluta. Una mosca bianca in un panorama nazionale che fa i conti con penalizzazioni, deferimenti e incertezze sui finali di campionato. Ora c’è il mercato di gennaio e poi il campo. Salerno e la Salernitana gli chiedono uno sforzo per provarsi a giocare le proprie fiches di promozione fino alla fine. Quattro anni dopo si riparte dalle ceneri. A Iervolino il pallone tra i piedi.