Togliete i lego dalle mani di Pizzuti o smonta tutta la sanità

Consiglio urgente a Solofra per lo smantellamento del Landolfi

togliete i lego dalle mani di pizzuti o smonta tutta la sanita
Solofra.  

Renato Pizzuti non è come Paganini: lui si ripete.

L'esperto, tutto casa e palazzo Santa Lucia, dopo il caos dell'accorpamento tra il Rummo (Benevento) e il Sant'Alfonso de' Liguori (Valle Caudina), nell'estate scorsa è stato premiato da De Luca con la nomina di vertice ad Avellino. In sorte, manco a farlo apposta, lui che si è dimostrato così determinato e lucido nella creazione dell'ospedale San Pio (persi decine di posti letto, fuga in massa di primari, scioperi, donne in catene e sindaci sul sentiero di guerra), gli è toccata la gestione dell'accorpamento del Landolfi di Solofra con il Moscati.

Apriti cielo. Renato Pizzuti quando ha lasciato il Rummo l'ospedale sannita sembrava un avamposto di frontiera abbandonato.

Avviso ai naviganti: se vi rompete un femore o siete vittime di una emergenza non andate a Solofra. 

Pizzuti ha tolto traumatologia dal presidio di pronto soccorso, cancellando Solofra dalla rete del 118 per quelle emergenze: dalle 20 alle 8 del giorno dopo tirate dritti e sperate che il pronto soccorso di Avellino ce la faccia. Perché, pure lì, di medici e di nuova organizzazione, nemmeno l'ombra. Renato Pizzuti va benissimo con gli annunci, maluccio con i concorsi.

Il sindaco Vignola, vittima del fuoco amico di turno, ha convocato un consiglio comunale urgente, invitando i colleghi di Montoro e Serino allo scopo di discutere dello smantellamento in atto dell'ospedale, mettendo le basi per una riunione sull'argomento di un'assemblea dei sindaci.

Quello a Solofra è stato solo un primo tocco.

Il manager Pizzuti, come un ragazzino che si diverte con i Lego, è di nuovo partito dalla fine: smontando.

 Ortopedia non sarà una scheggia milanese ma i suoi 1200 interventi all'anno li fa, con almeno 1000 ricoveri.

Almeno, li faceva.

La fuga cui è stato costretto Dario Di Filippo, uno dei chirurghi di traumatologia più apprezzati nel Mezzogiorno, è lo specchio del metodo con cui si opera nella sanità pubblica: via i bravi e i migliori.

E' partito dalla fine, dicevamo. Sì, perché per Pizzuti (e qualsiasi altro manager ospedaliero) la bibbia dovrebbe essere (appunto) il piano ospedaliero. Che viene partorito a palazzo Santa Lucia, luogo che Pizzuti frequenta.

Bene, secondo il decreto 29, che norma il piano ospedaliero (l'abecedario su cui organizzare ogni passo) a Solofra (grazie all'accorpamento) toccherebbero in dote 151 posti letto, di cui 28 di Geriatria (che non ci sono), 16 di Oculistica (che non ci sono), 16 di Riabilitazione (che, chissà perché, non ci sono), 13 di Lungodegenza (che non ci sono) e 4 di Terapia Intensiva (che non ci sono).

E' un ben di Dio, per l'intera Irpinia non solo per Solofra, pronto e apparecchiato. Legge, nero su bianco.

Pizzuti come inizia al Landolfi? Apre Terapia Intensiva?

No, macché.

Vede come strutturare Oculistica, l'alta specializzazione di cui per mesi lo stesso governatore De Luca si è riempito la bocca confondendo le promesse con risultati veri?

Non ci pensate.

Lui, Pizzuti, taglia i posti letto di Ortopedia e elimina il pronto soccorso.

Sì, le proteste... i sindaci sul piede di guerra... la sanità di prossimità... l'efficienza del sistema e la lotta agli sprechi... bla, bla, bla.

Pizzuti che ci può fare? Lui è soltanto il manager.