Addio all'avvocato Iannaccone: gentiluomo del foro di Avellino

Rigore giuridico e umanità la lezione del decano degli avvocati avellinesi

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Avellino.  

Si terranno questa mattina, alle ore 10, nella chiesa di San Nicola di Bari a Monteforte Irpino i funerali dell’avvocato Giuseppe Iannaccone, storico civilista del foro irpino.  L’avvocato Iannaccone lascia l’adorata moglie Angela Rosa De Stefano, i suoi tre figli Assuntina, Elisabetta e Francesco, i generi, la nuora, i fratelli Giancarlo, Tonino e Franco e i suoi adorati nipoti. Con l’addio dell’avvocato Giuseppe Iannaccone l’Irpinia perde una figura luminosa, capace di unire rigore giuridico e una straordinaria umanità. 

La lezione del professionista

Alla fine il cuore grande di Peppino Iannaccone si è fermato, quello stesso cuore che ne aveva animato la passione per l’avvocatura, ogni qualvolta doveva difendere un cliente in tribunale. Aveva la stoffa dell’uomo di altri tempi Peppino Iannaccone: competente, corretto, concreto, instancabile nelle passioni, come quelle per la squadra del cuore, L’Avellino, e la musica.

L'uomo e la vita tra famiglia e tribunale

Garbo innato ed eleganza restano il tratto umano distintivo dell’avvocato Iannaccone. Il suo esempio ricorda un’altra generazione di avvocati con una vita trascorsa  tra pratiche e sacrifici. Figlio dello storico “Sabatiello” il proprietario della celebre gastronomia del Salotto Buono di Avellino, accanto al celebre Caffè Lanzara, Peppino Iannaccone decise di studiare Giurisprudenza e diventare un avvocato. Un gentiluomo del foro, che in tanti hanno amato e apprezzato, e in queste ore sono state centinaia le attestazioni di affetto e vicinanza, che hanno raggiunto i suoi cari.

La vita, il lavoro

Iscritto all’ordine degli avvocati di Avellino dal 1967, Cassazionista dal 1991, era stato festeggiato nel 2019, nell’aula magna della Banca della Campania, in occasione delle celebrazioni per i decani della professione con Nicola Mancino, Massimo Preziosi e altri storici professionisti della provincia di Avellino.

La cerimonia per i 50 anni di professione

“Una cerimonia solenne – ricorda l’avvocato Maria Rita Martucci -. Ci tenni alla sua presenza. Ero legata professionalmente e affettivamente all’avvocato Iannaccone. Gli chiesi di scrivere un aneddoto che lo raccontasse, che riuscisse a consegnare alle nuove generazioni di avvocati senso ed essenza della professione. Riuscì anche in quell’occasione a stupirci ed emozionarci. “Prima di agire con impeto, soffermandoci alle apparenze, che spesso ingannano, conviene essere sicuri di cosa si dice per non incorrere in un imperdonabile errore. Al tempo stesso, però, il ravvedimento in tempi brevi, quasi simultaneo, elimina qualsiasi danno o rancore”, annotò in chiusura del suo scritto. Queste parole racchiudono il senso del grande uomo e professionista. Come dice Piero Calamandrei "Molte professioni possono farsi col cervello e non col cuore. Ma l'avvocato no"