"È una piccola sequenza sismica, contiamo 11 eventi registrati dalla rete sismica nazionale, i due più forti sono quelli di venerdì (3.6) e di sabato sera (4.0). È ovvio che questa sequenza riguarda l'Irpinia e il Sannio, ma dobbiamo capire che sequenze di questo tipo, ma soprattutto di terremoti ne registriamo in tutta Italia tutti i giorni. In media registriamo tra i 40 e i 50 terremoti al giorno, circa 17/18mila terremoti all'anno in Italia. E di sequenze di questo tipo ne abbiamo sempre 7, 8, 10 al mese. Terremoti di 4.0 ne sono almeno una ventina all'anno. Questo è il quadro del territorio nazionale": così il geologo dell'INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), Maurizio Pignone, si è espresso nel corso di "Punto di Vista", l'approfondimento di OttoChannel - Canale 16 a cura del direttore Pierluigi Melillo (in onda subito dopo il tg delle ore 14). "L'Irpinia è una area particolare, come un po' tutte le aree interne della Regione Campania. È ancora molto vivo il ricordo del 1980. Per questo consideriamo la zona ad alta pericolosità sismica, quindi non solo con alta probabilità che ci siano terremoti di questo tipo, ma purtroppo con accelerazioni dovute a terremoti molto più alti".
"Impossibile sapere quando si attivano le sorgenti sismogenetiche"
"Nessun riferimento al terremoto del 1980? Questo l'abbiamo detto subito con i primi dati dell'evento da 3.6. Siamo in una parte a distanza da quella relativa al 1980. Lì abbiamo avuto tre grossi eventi sismici che sono venuti uno dietro l'altro. Ecco perché poi si è generata un'energia da 6.9 di magnitudo. Questi eventi, registrati negli ultimi due giorni, sono a 30 chilometri più a nord ed è un'altra struttura sismogenetica. Conosciamo pochissime faglie sia dal punto di vista geologico che dal punto di vista storico. E ce ne sono tantissime che non conosciamo. Non possiamo sapere quando si attiveranno nuove sorgenti sismogenetiche".
