Gesù è una bimba nel presepe di don Vitaliano: Donne preti? Perché no

Il parroco di Capocastello e il suo presepe per non discriminare

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Mercogliano.  

Sarà una bambina a nascere questa nella grotta del presepe allestito da don Vitaliano Della Sala nella chiesa di Capocastello a Mercogliano, in provincia di Avellino. «Gesù Bambin@ - spiega il parroco no global - perché oggi si incarnerebbe nella bambine e nei bambini senza casa, senza terra, senza pace e senza domani della Palestina e di Gaza, dell'Ucraina e del Sud Sudan. È tutti gli ultimi e diseredati della terra. Senza casa, terra, lavoro, alimenti, salute, educazione, libertà, giustizia, indipendenza, democrazia, pace, patria. Senza domani. Gesù è il barbone, il tossicodipendente, l'extracomunitario, il diversamente abile, il malato di mente. Non è mai l'Erode di turno, il potente, il superbo, il ricco». La statuina intende essere anche un richiamo «per indicare, anche ai teologi per i quali solo i maschi possono essere chiamati al presbiterato, la strada che non discrimini più le donne che chiedono di poter essere preti».

Sotto l'altare il presepe della riflessione

Sotto l'altare s'incrocia lo sguardo della piccola statua posata su una kefiah. Sullo sfondo, la bandiera della pace. La scritta Gesù Bambin@ risalta agli occhi dei fedeli che a Natale occuperanno i banchi della chiesa Ss Pietro e Paolo. Non mancano mai riferimenti all'attualità nell'opera di don Vitaliano. «Il presepe deve parlare alla gente del proprio tempo - dice -. Deve entrare nella vita e la vita nel Presepe. Da quello creato nel 1223 da San Francesco, a Greccio, a quelli con riferimenti artistici e contemporanei, si racconta la povertà incarnata in ogni tempo. E non potrebbe essere altrimenti. Il presepe parla di noi e dell'impoverimento che colpisce tutti, della guerra e dei migranti».