Tenta di dar fuoco al portone del rivale: assolto in Appello

I fatti si sono verificati a Cervinara. In primo grado il 27enne condannato a un anno

tenta di dar fuoco al portone del rivale assolto in appello
Cervinara.  

Assoluzione per non aver commesso il fatto.

Questo è il verdetto emesso oggi dalla Seconda Sezione Penale della Corte di Appello di Napoli per C.G., classe 1994, noto pluripegiudicato di Cervinara, per una serie di reati commessi a danno di S.A. e dei suoi familiari, tutti residenti a Cervinara.

I fatti risalgono all'11 maggio 2016, quando per una serie di motivi rimasti sconosciuti, C.G. si è recato presso l'abitazione di S.A. , sita in Via Variante Parco San Vito, dove ha cominciato a bussare incessantemente al citofono della vittima chiedendo di parlare con S.A.

Ottenuta la risposta della moglie, il pluripregiudicato ha cercato invano di farsi aprire il portone del condominio fornendo al citofono anche delle false generalità.

La donna, insospettita dal comportamento del pluripregiudicato, decideva di non aprire interrompendo ogni comunicazione.

C.G. è riuscito comunque ad entrare con un altro stratagemma nello stabile ed, una volta all'interno, ha versato nel portone d'ingresso della benzina contenuta in una bottiglia da 2 litri. Il giovane cercava poi con un accendino di accendere il liquido infiammabile e solo il provvidenziale intervento di alcune donne che stazionavano nei pressi del portone sì è riusciti a bloccare lo scellerato gesto.

Sul luogo sono intervenuti anche i Carabinieri della locale Stazione che constatavano la presenza della benzina versata nell'androne del Palazzo e rinvenivano anche, nascosto sotto uno zerbino, un coltello di notevoli dimensioni.

In serata  C.G. Ha incontrato in altra zona la sua vittima che si trovava in compagnia della moglie a bordo di una autovettura Citroen C3. 

Fermata l'auto, iniziava tra i due uomini un feroce alterco conclusosi con un forte danneggiamento dell'autovettura presa a calci  

Dopo la celebrazione del processo di primo grado, C.G. veniva condannato alla pena di un anno di reclusione.

 Questa mattina, in accoglimento della tesi difensiva, sostenuta dall'avvocato Rolando Iorio, coadiuvato in aula dall'avvocato Assia Iannaccone, i Giudici napoletani hanno mandato assolto C.G. per non aver commesso il fatto.

Ritenute inconsistenti, infatti, le prove raccolte a suo carico.

La Procura Generale della Corte di Appello di Napoli aveva invece chiesto la conferma della sentenza di condanna emanata in primo grado.