Carcere, Di Giacomo: in 48 ore due rivolte e due risse

la nota del segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria

carcere di giacomo in 48 ore due rivolte e due risse
Avellino.  

“In 48 ore due rivolte nelle carceri (Alessandria e Catania) e due risse di detenuti nelle case circondariali di Ariano Irpino e Sant'Angelo dei Lombardi con decine e decine di agenti che hanno messo a rischio la vita sono il film autentico della situazione negli istituti penitenziari italiani. Altro che il cosiddetto “promozionale” realizzato per il 207esimo anniversario di fondazione del Corpo di Polizia Penitenziaria”.

Così Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria che aggiunge: “alla vigilia dell’anniversario del Corpo nelle carceri non c’è alcuna atmosfera di festa. Anzi, rivolte e risse sono diventati quotidiani e i casi di violenza contro il personale penitenziaria registrano una media di 5 al giorno; di queste un terzo hanno prodotto prognosi di oltre 8 giorni ma in 150 casi sono state superiori ai 20 giorni. Sempre durante l’anno circa 12mila sono stati gli episodi di resistenza e ingiuria a pubblico ufficiale in carcere.

In particolare: circa 350 sono state le aggressioni in Lombardia, 280 in Piemonte-Valle d’Aosta-Liguria, 270 in Sicilia, 260 nel Lazio-AbruzzoMolise, 210 in Veneto-Trentino-Friuli, oltre 200 in Campania, come in Emilia R.-Marche, 190 in Toscana-Umbria, 180 in Puglia-Basilicata, 160 in Calabria e 120 in Sardegna. Per noi, l’anniversario è l’occasione – aggiunge Di Giacomo – per riaprire una riflessione collettiva specie nelle istituzioni, nella politica e nella società sulle gravi criticità che esistono con priorità alle aggressioni al personale che quotidianamente mette a rischio la vita per servire lo Stato. L’incapacità dell’Amministrazione Penitenziaria ad interpretare la situazione attuale e le problematicità dei servitori dello Stato, non può trasformarsi in uno spot come quello realizzato e diffuso sia pure di grande creatività cinematografica. Non è certo con uno “spot” di sicuro effetto cinematografico e mistificando la realtà che si fa un buon servizio alla collettività e al Corpo che non ha più alcuna voglia di festeggiare l’anniversario della fondazione perché non c’è proprio nulla da festeggiare.

L’unica occasione vera di festeggiamento invece potrebbe avvenire con la soppressione del Dap con l’attuale capo che non è più una guida autorevole che può, prima di tutto, contare sul riconoscimento della sua autorevolezza. Le ulteriori notizie diffuse da quotidiani e media sull’inchiesta in corso sul cosiddetto “dossieraggio” di politici e vip riferite all’attuale capo del Dap Giovanni Russo, in qualità di ex coordinatore dell'ufficio delle Segnalazioni di operazioni sospette di cui era responsabile il giudice Laudati, riconfermano la nostra sollecitazione perché il capo del Dap faccia un passo indietro”.