di Paola Iandolo
L’inchiesta sui condoni falsi potrebbe travolgere anche i tecnici di fiducia i quali presentavano le istanze di condono risultate false nell'interesse dei proprietari degli immobili abusivi. Le indagini della procura di Avellino, dopo il sequestro dei registri cartacei e l'iscrizione di sei indagati con le accuse di falso, continuano spedite. Già nei prossimi giorni potrebbero esserci ulteriori sviluppi.
Le indagini svolte hanno fatto emergere una sistematica reiterazione del medesimo modus operandi dei sei indagati, i quali evadevano istanze di rilascio di titoli abilitativi in sanatoria, mai prima sottoposte al comune di Avellino, dissimulandone la “novità” sotto forma di “integrazione” di pratiche ancorate a protocolli relativi ad istanze di condono, tutte risalenti nel tempo ed inoltrate in termini di legge e mai evase dall’amministrazione comunale.
Richieste afferenti a immobili e a soggetti completamente diversi da quelli indicati nelle integrazioni presentate. Il meccanismo posto in essere dai sei indagati poggia sulla disponibilità dei dati relativi a risalenti istanze di condono – anche al 1987 - che vengono tratti dai registri di protocollo cartacei dove vengono riportati gli estremi delle istanze a suo tempo presentate dai cittadini interessati.
Sono sette finora le pratiche risultate false che riguardano condoni di immobili ubicati in via Orticelli, Contrada San Tommaso, Contrada Tufarole, in via Tufarole, Contrada Acqua del Paradiso, Contrada Bagnoli e in località Bosco dei Preti. Ma l’indagine è destinata dunque ad allargarsi. Dall'analisi dei registri cartacei sequestrati potrebbero emergere altri casi di condoni irregolari.
