Inquinamento: Avellino, Solofra e Atripalda i comuni con il più alto IRC

Nei comuni indicati si registra la presenza più alta di potenziali sorgenti di contaminazione

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Avellino.  

di Paola Iandolo 

Presentati i dati dell'accordo firmato nell'aprile del 2024 tra la Procura di Avellino e l'Istituto Superiore di Sanità. Accordo che ha come obiettivo unire competenze investigative e dati epidemiologici per orientare con precisione le indagini giudiziarie e la prevenzione sanitaria. Il rapporto finale verrà presentato nel mese di aprile del 2026.

Nel primo anno di attività, ISS e Procura hanno completato la caratterizzazione ambientale dei 86 comuni del territorio di competenza, censendo 296 siti potenzialmente contaminanti. Il dato più allarmante è che il 51% della popolazione — circa 166.500 persone — vive entro un chilometro da uno o più di questi siti.

La distribuzione è fortemente disomogenea. Tra i luoghi censiti figurano:

  • 5 siti con abbandono illegale di rifiuti in scavi o su suolo;
  • circa 50 concerie;
  • 19 discariche comunali;
  • 15 industrie agroalimentari;
  • 11 autodemolitori;
  • e circa 60 impianti di lavorazione dei metalli o attività metallmeccaniche.

Tutti i dati raccolti, con il contributo di ARPA Campania, Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, Carabinieri Forestali e Vigili del Fuoco, sono stati riuniti in una banca dati georeferenziata che fotografa con precisione la distribuzione delle sorgenti di rischio. I comuni irpini con l’indicatore di rischio più alto sono Avellino, Atripalda e Solofra in classe 6, mentre in Classe 5 rientrano Calitri, Montella, Monteforte Irpino, Montemiletto, Domicella e Forino. I comuni con l'indicatore di rischio più basso sono Aquilonia, Caposele, Gesualdo, Sorbo Serpico e Volturara Irpina inseriti in Classe 1, con un rischio considerato minimo.

Nei comuni con l'incide maggiore mergono eccessi di mortalità e ospedalizzazione per malattie respiratorie acute in entrambi i generi, e un aumento dei ricoveri per asma.
Si segnalano inoltre eccessi di mortalità per tumori del testicolo e del sistema nervoso centrale, nonché un incremento dell’ospedalizzazione per queste stesse patologie.
Per le altre malattie, tumorali e non, i dati restano al di sotto della media regionale.