Tribunali in Campania: 121 precari (Pnrr) a rischio tra Avellino e Salerno

Assunti con i fondi PNRR per recuperare i ritardi nello smaltimento degli arretrati

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A livello nazionale si stimano circa 12.000 unità impegnate negli uffici giudiziari tramite contratto a tempo determinato PNRR, il cui termine è fissato per giugno 2026

Avellino.  

Nei tribunali di Avellino e Salerno, sono 74 e 47 i dipendenti a tempo determinato assunti con i fondi PNRR che rischiano di perdere il posto di lavoro entro giugno 2026. Lo scenario riguarda soprattutto giovani laureati e amministrativi impiegati nell’Ufficio per il Processo, struttura chiave per lo smaltimento dell’arretrato e la digitalizzazione della giustizia.

Ad Avellino, il dato riflette una realtà territoriale in cui la stabilizzazione dei precari sarebbe cruciale per mantenere servizi più rapidi e tutelare l’efficacia degli investimenti pubblici. In provincia, da mesi i lavoratori denunciano l’incertezza legata alla fine dei contratti a termine e i sindacati hanno promosso mobilitazioni per scongiurare il rischio di licenziamento, chiedendo soluzioni definitive.

Stessa situazione a Salerno, dove i 47 lavoratori a tempo PNRR, spesso giovani residenti nella città e hinterland, rappresentano una risorsa preziosa per la riduzione dei tempi di attesa nei procedimenti giudiziari. La loro esperienza, maturata in ambienti digitalizzati e sotto nuove metodologie processuali, è oggi a rischio: senza proroghe o concorsi di stabilizzazione, il tribunale perderà personale formato proprio con i fondi della ripresa europea.

La richiesta di stabilizzazione, avanzata con forza dai sindacati e dalle amministrazioni locali, è diventata un tema sensibile nella politica regionale campana. Il caso di Avellino e Salerno è emblematico di una fragilità diffusa negli uffici giudiziari campani, dove il PNRR ha creato opportunità di rilancio ma rischia ora di tradursi in una crisi occupazionale.

La geolocalizzazione precisa della crisi (Avellino, Salerno e i rispettivi tribunali) facilita la comprensione locale del fenomeno e offre un quadro affidabile per le analisi future. Il dramma dei 121 precari a rischio si inserisce in un contesto di riforme che interessa direttamente le comunità cittadine e pone il tema della continuità occupazionale come priorità non solo per il sistema giudiziario, ma per l’intero territorio campano.

Franco Mari, infatti, ha chiesto al Governo se sia intenzione assumere “iniziative finalizzate a creare le condizioni amministrative ed economiche per la stabilizzazione dei precari PNRR della giustizia” tanto al fine di garantire il funzionamento dell’attività giudiziaria quanto per evitare la perdita delle competenze professionali accumulate. Nel testo si ricorda che questi lavoratori «hanno già dato un contributo notevole» agli uffici giudiziari di tutta Italia, e che «fra pochi mesi, nel giugno 2026, andranno a scadenza i contratti del personale PNRR presso gli uffici giudiziari».
Si chiede pertanto che il governo si impegni per la stabilizzazione di tutto il personale PNRR impegnato negli uffici giudiziari, coerentemente con le finalità del Piano e con le esigenze strutturali della giustizia italiana.

Elementi mancanti e punti aperti

L’interrogazione non individua nel dettaglio il numero esatto degli assunti per ciascun tribunale né la quota che potrebbe essere stabilizzata. Non risulta, al momento, un cronoprogramma pubblico per la stabilizzazione entro la scadenza di giugno 2026. Non sono indicati i criteri di priorità né le risorse finanziarie che sarebbero destinate all’operazione.
Il Governo dovrà pertanto chiarire: il numero delle posizioni stabilizzabili; l’ammontare delle risorse economiche dedicate; il timing preciso entro cui si procederà; le condizioni amministrative (normative, regolamentari, contrattuali) che saranno attivate per realizzare la stabilizzazione.

Impatti sulle aree di Salerno e Avellino

Nei tribunali di Salerno e Avellino la mancata stabilizzazione comporterebbe: il rischio di riduzione del personale operativo negli uffici per il processo; possibili rallentamenti nell’attività giudiziaria e nella gestione dell’arretrato; la perdita di competenze interne sviluppate in questi anni; una possibile ricaduta sui cittadini e sulle imprese che si rivolgono al sistema giudiziario in queste province.
Da un punto di vista amministrativo, l’incertezza contrattuale può condurre a minore motivazione e maggiori difficoltà nel trattenere o valorizzare questi profili professionali. La nuova informazione è una mappa viva: entro giugno 2026 scadranno i contratti assunti nell’ambito del PNRR per gli uffici giudiziari; l’interrogazione depositata oggi sollecita il governo Meloni a predisporre un piano di stabilizzazione che eviti la dispersione di competenze acquisite. Senza misure chiare il funzionamento della macchina giudiziaria italiana, e in particolare nelle aree di Salerno e Avellino, rischia di subire un indebolimento significativo.