Avellino, decesso del 18enne Reppucci, il legale: "Doveroso arrivare a sentenza"

Il giovane fu sottoposto ad una tac, ma senza mezzo di contrasto come disposto dal medico

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Avellino.  

di Paola Iandolo 

Il 18enne Matteo Reppucci si è spento nell'ottobre del 2018 per un’errata diagnosi. A distanza di sette anni dalla morte del giovane avvenuta al Moscati di Avellino chiede "giustizia". "Tenuto conto che l’oggetto del processo riguarda la morte di un ragazzo, è doveroso arrivare ad una sentenza di merito prima della prescrizione del reato di omicidio colposo". A sostenerlo l’avvocato Innocenzo Massaro, difensore dei familiari del 18enne deceduto per un aneurisma addominale non diagnosticato tempestivamente.

"In ogni caso, va detto che, se a fronte del quadro clinico presentato da Matteo all’atto del ricovero, fosse stata eseguita la tac con mezzo di contrasto, correttamente ordinata dal medico del Pronto soccorso che aveva intuito la problematica vascolare, e non la tac senza mezzo di contrasto apoditticamente effettuata dal radiologo di turno, non ci sarebbero stati oggi due genitori e due fratelli che attendono giustizia" ha detto l’avvocato di parte civile.

Per il decesso del giovane nel 2020 è stato rinviato a giudizio Michele De Siero, radiologo dell’Ospedale “San Giuseppe Moscati” accusato di omicidio colposo, per morte in ambito sanitario. A rinviarlo a giudizio il gip Fabrizio Ciccone che cinque anni fa ha stabilito che il radiologo, unico imputato per il decesso del 18enne di Chiusano San Domenico, dovesse affrontare il processo.

Matteo Reppucci ebbe un malore, il 3 ottobre del 2018 si recò in ospedale e al termine di un consulto neurologico, fu disposto che doveva essere sottoposto ad una tac con mezzo di contrasto estesa anche all’addome e al torace. Il radiologo di turno, De Siero, rappresentato dall’avvocato Roberto Cuomo del foro di Torre Annunziata, ha effettuato l’esame diagnostico, senza mezzo di contrasto. L’accertamento diagnostico, non ha messo in evidenzia la patologia di cui era affetto il giovane di Chiusano San Domenico