Sui volti dei bambini la gioia dello stare insieme e di gustare un piatto caldo cucinato con amore. Sono le prime emozioni dell'avventura Saharaw ad Ariano Irpino. Una grande e calorosa accoglienza per i piccoli ambasciatori di pace nella sede della pubblica assistenza Vita guidata da Guglielmo Ventre. Le immagini che state vedendo in questo video, parlano da sole. Grande coinvolgimento e soprattutto solidarietà da parte di commercianti, ristoratori e aziende.
Il progetto
Il programma di mobilità, sostenuto dalla rete Saharawi insieme alla rappresentanza del Fronte del Polisario in Italia, promuove nel periodo estivo il progetto “Piccoli Ambasciatori di Pace” per le bambine e i bambini saharawi che vivono nei campi profughi nel territorio algerino della provincia di Tindouf.
Ventisei anni e non sentirli
In Irpinia, per il ventiseiesimo anno consecutivo, i piccoli saranno ospiti dell’associazione di volontariato Vita che, in cooperazione con il Rotary Community Corps Avellino Est (e con la collaborazione delle associazioni Club La Tartaruga, Panatlon, Valentina un angelo per la vita, Associazione Nicola Lo Conte, Il paese dei balocchi, Voglia di sorrisi) ha già messo a punto un calendario di attività ludico/ricreative e di conoscenza del territorio che coinvolgerà molte realtà pubbliche e private della provincia e si svolgerà da oggi 30 luglio al 21 agosto. Già una ventina in tutto le attività e i comuni che hanno aderito all’iniziativa.
Lo scopo del progetto
Non è solo quello di offrire visite mediche ai piccoli saharawi ma, soprattutto, di consentire loro l’apertura sul mondo esterno e su realtà nuove e diverse nell’ottica della formazione globale dei piccoli ambasciatori, nonché di favorire la conoscenza della storia Saharawi, ovvero di un territorio del Sahara Occidentale occupato militarmente, a partire dal 1975, dal Marocco, nazione che ha relegato la vita di questo popolo in campi profughi, che insistono in pieno deserto nel territorio algerino, riducendolo ad una condizione ininterrotta e perpetua di precarietà materiale, sociale e culturale. Malgrado ciò, il popolo saharawi compie enormi sforzi per conservare ed arricchire la propria cultura tradizionale e, nell’ottica della tolleranza e dello scambio reciproco, si apre alla modernità, alla tecnica e alla scienza. Ed è soprattutto per tale motivo, in un momento storico in cui il diritto all’autodeterminazione dei popoli è messo in discussione e fatto oggetto di sistematica mortificazione, che la mobilità dei piccoli sarahawi, da sempre improntata alla reciproca conoscenza e valorizzazione delle peculiarità specifiche di ogni popolo e che ha a modello fondante la costruzione di percorsi di pace per i cittadini del domani, assume una valenza ancora più significativa.
