Petitto: Alle regionali con il Pd, oppure vado avanti da solo

L'esponente dem sulla rampa di lancio avverte: a scatola chiusa non voterò nessuno

petitto alle regionali con il pd oppure vado avanti da solo

Intervista all'ex amministratore che chiede un congresso "vero" ma dopo le elezioni di primavera. Le candidature? "Si decidono sulla rappresentanza territoriale". L'asse con De Mita? "Ci sono storie comuni. Nessuno scandalo"

Avellino.  

Il tema scelto per la seconda tavola rotonda promossa da Ora Avellino al Palazzo Abbaziale di Loreto con il senatore Tommaso Nannicini del Pd insieme a Giuseppe De Mita, Mimma Chiuso e Stefano la Verde, ha a che fare con una delle questioni cruciali con cui si misurerà la politica nei prossimi mesi e anni: lo spopolamento e la mancanza di lavoro per i giovani, le politiche sociali e l'innovazione.

Su questi argomenti vuole confrontarsi Livio Petitto, ex amministratore di Avellino, esponente del Partito Democratico irpino, sulla rampa di lancio per le elezioni regionali della prossima primavera che spiega le ragioni del suo impegno.

“C'è la necessità di parlare non solo dei problemi ma di offrire soluzioni, ascoltando tutti i partiti. Chiunque fa politica ha il dovere di dare un contributo. Per troppi anni le aree interne sono state poste ai margini a vantaggio della fascia costiera. Ora dobbiamo far sentire la nostra voce e proporre soluzioni al governo nazionale e regionale”.

Il Pd vive una fase di grande trasformazione, il segretario Zingaretti ha annunciato la volontà di dare vita a un nuovo soggetto politico più aperto. A livello locale tuttavia il Pd sconta ancora spaccature insanabili, sembra impossibile superare le divisioni che hanno portato all'elezione di Festa a sindaco di Avellino...

“Intanto partiamo dal dato importante del tesseramento. Quattromila iscrizioni sono un bel segnale: il partito è vivo. Sotto la regia del commissario Cennamo sono certo che si può arrivare alla scadenza delle elezioni regionali regionali compatti. Poi, soltanto dopo le elezioni si potrà ragionare del congresso. Il congresso è un esercizio inutile se non si parla di contenuti. Per me la condizione è che sia un congresso “vero” altrimenti ci ritroviamo nuovamente a fare ricorsi e controricorsi che non fanno bene alla nostra terra. L'Irpinia ha bisogno di ritrovare una classe dirigente degna di questo nome”.

Classe dirigente che passa innanzitutto dalle candidature. Come si decideranno?

“Le candidature si decidono in base alla rappresentanza territoriale. Il Commissario Cennamo ha avuto tutto il tempo per capire la geografia interna al pd della provincia di Avellino. Sono sicuro che saprà promvuore la migliore lista di candidati possibile. Fermo restando che la decisione finale come sappiamo spetta ai vertici regionali”

Se non dovesse essere candidato dal Pd quale sarebbe l'alternativa in campo?

“Sono nel Pd e ho intenzione di continuare su questo percorso. Ovviamente è chiaro: a scatola chiusa non voterò più nessuno. Se c'è la condivisione di un progetto che si chiama “Irpinia” sono pronto a dare il mio contrbuto altrimenti porterò avanti le idee di Ora Avellino con la rete di amministratori che mi sta sostenendo e che mi ha sostenuto negli ultimi anni. C'è la necessità di dare risposte a questo territorio, di confrontarsi e condividere un progetto politico. O lo si capisce adesso o per la provincia di Avellino non vedo un futuro roseo”.

La presenza di Giuseppe De Mita al tavolo con il senatore Nannicini in molti l'hanno interpretata come un ulteriore avvicinamento dei centristi dopo che già durante le amministrative si è registrata una convergenza sulla candidatura di Festa. Si è parlato di un asse Petitto/De Mita.

“Non so se ci sarà un asse con De Mita e con la rete dei popolari - risponde Petitto -  so che ci sono storie che per un periodo sono state anche comuni. L'onorevole De Mita è stato il candidato dell'Alta irpinia. Molti amministratori presenti oggi a questo convegno hanno votato scientemente il candidato del territorio del centrosinistra, quindi non vedo nessuno scandalo. Fa bene alla democrazia confrontarsi con gli attori del territorio di tutte le forze politiche: per troppo tempo le scelte le abbiamo lasciate nelle mani di pochi, ora bisogna aprirsi e parlare con tutti quelli che hanno a cuore le sorti di questa terra”.