Vertenza Irpinia: "A settembre tutti in piazza"

I sindacati annunciano un mese di mobilitzioni: "' ora di dare la sveglia ai nostri politici"

vertenza irpinia a settembre tutti in piazza

Sanità, servizi, inquinamento, lavoro: la provincia di Avellino rischia il declino, avvertono Cgil Cisl e Uil, "Basta col pressapochismo, manca un progetto di rilancio, rischiamo di perdere il treno del Pnrr"

Avellino.  

Sarà un settembre “caldissimo” quello che si annuncia in Irpinia. I sindacati preparano la mobilitazione nelle piazze e nelle sedi istituzionali. “E' arrivato il momento di dare la sveglia ai nostri rappresentanti, perché se perdiamo il treno del Pnrr l'Irpinia è condannata al declino”. Cgil, Cisl e Uil si fanno portavoce delle istanze del mondo lavorativo e sociale della provincia di Avellino. In una conferenza al Circolo della Stampa  Franco Fiordellisi (Cgil), Fernando Vecchione (Cisl) e Luigi Simeone (Uil) hanno rappresentato le maggiori criticità “che erano già insostenibili prima della pandemia, oggi non abbiamo timore a dire che abbiamo paura – spiega Fiordellisi– Questa provincia , ormai orfana di rappresentanti politici e istituzionali veramente in grado di incidere, è destinata alla marginalità se non si mette mano ad un vero piano di rilancio. E quel che è peggio è che anche Asl e Ospedale continuano a fare e disfare senza tener conto delle istanze del territorio. Servizi sanitari, sociali e pubblici assolutamente scarsi, livello dei redditi mai così basso, arretratezza tecnologica, illegalità diffusa (vedi gli ultimi episodi). Crediamo sia arrivato il momento di dire basta. A settembre ci saranno una serie di proteste pubbliche in tutta la provincia, per dare voce alla vertenza Irpinia”.

Innanzitutto il lavoro e le infrastrutture. “E non dimentichiamo i pensionati, che sono una fetta importante della nostra popolazione - dice Vecchione (Cisl) - La classe politica regionale deve fare la sua parte. Non possiamo stare a guardare mentre altri decidono come spendere i soldi destinati a questa terra. La stazione dell'alta capacità Hirpinia per esempio, deve essere accompagnata da un piano che rilanci tutto il contesto, non vogliamo che finisca come quella di Afragola, una cattedrale nel deserto”.

Ai sindaci si chiede di fare sistema. “La desertificazione di questa provincia è una prospettiva che si avvicina sempre di più. Siamo stati capaci di far fallire, unica provincia in Italia, un'azienda del gas – aggiunge Simeone (Uil) - “Sistema Irpinia” doveva essere una piattaforma di proposte concrete per uscire dalla crisi e invece è un contenitore vuoto. I sindaci pensano a fare fondazioni e associazioni, qualcuno si preoccupa di dove mettere il casello autostradale, ma sono totalmente incapaci di pensare a un progetto di sviluppo territoriale. Ecco perchè diciamo basta a questo pressapochismo. Lo scontro sarà frontale, duro. Da settembre pretendiamo risposte, altrimenti questa gente è meglio che torni a casa”.