M5S, Carlo Sibilia frena sulle armi all'Ucraina: "Ora serve la diplomazia"

Il sottosegretario all'Interno a tutto campo a Ottopagine: “La camorra? Lo Stato sta rispondendo”

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In una intervista esclusiva il deputato parla anche del rapporto con il sindaco della sua città, Avellino: "Con Festa c'è dialogo"

Avellino.  

Guerra in Ucraina, allarme camorra, la sfida del Pnrr, la lotta al racket e all'usura in Campania. E, poi, c'è il rapporto con la sua città, Avellino. Il sottosegretario all'Interno, Carlo Sibilia, esponente di punta del M5S, parla a tutto campo con Ottopagine. E le sue sono parole chiare e nette, in particolare sotto il profilo politico.

Intanto, le chiedo: aver dato le armi all'Ucraina è una scelta che allontana la possibilità della ripresa di un dialogo? Può chiarire la posizione del M5S?
“Nella vicenda ucraina c’è un aggressore, la Russia, e un aggredito, l’Ucraina. Ci siamo distinti da subito per l’invio di beni umanitari e per l’accoglienza a chi scappa dalla guerra, soprattutto donne e bambini. Proprio ieri sono partiti 45 dei 50 mezzi dei Vigili del Fuoco che abbiamo donato alle popolazioni colpite. Va bene, non senza sacrificio, un iniziale invio di armi difensive, tuttavia a oltre due mesi dall’inizio delle ostilità, continuare ad inviare armi non è una soluzione per la pace. Abbiamo bisogno di una escalation diplomatica e non di una militare. Va aperta una conferenza di pace con trattative ad oltranza".
Questione sicurezza. La camorra lancia segnali inquietanti nell'area nord di Napoli, c'è bisogno di un maggiore impegno dello Stato?
"La lotta alla camorra è un tema che prendiamo molto sul serio e il successo dello Stato sui criminali è un fatto. Abbiamo incrementato il livello di sicurezza nell’area a Nord di Napoli anche rafforzando la presenza delle forze dell’ordine. Proprio la settimana scorsa sono stato a Casal di Principe con il Presidente Conte. Abbiamo visitato i luoghi dell’omicidio di Don Diana ma anche la casa museo, che è un simbolo di reazione dei cittadini onesti del territorio. La camorra si sconfigge con cultura, lavoro e paghe dignitose. Scegliere lo Stato è sempre più conveniente che scegliere la camorra".
Il Pnrr che cosa può rappresentare per il Sud e in particolare per le zone interne della Campania?
"La Campania è certamente la locomotiva del Mezzogiorno. Lo Svimez ha calcolato che alla nostra regione sono destinati circa 17 miliardi di euro delle politiche di coesione nazionale ed europea, che si aggiungono ai circa 20 miliardi del Pnrr. Mai un risultato del genere era stato raggiunto e lo si deve alle strenue trattative condotte dal Presidente Conte in Europa. Oggi la sfida è quella di usare velocemente e bene ogni singolo centesimo, con uno sguardo al futuro. Sappiamo bene che non tutti sono pronti a cogliere questa opportunità ma stiamo fornendo tutto ciò che serve per raggiungere l’obiettivo. Ultimo in ordine di tempo, ad esempio, il bando da trenta milioni per i comuni fino a 5000 abitanti, finalizzato ad assumere figure professionali per i progetti del PNRR".
Lei ha partecipato alla campagna della Regione contro usura e racket. Come ridare una speranza a chi non trova il coraggio di denunciare?
"L’usura è una subdola trappola: intanto i cittadini hanno dalla loro lo Stato per evitare di finire in mani sbagliate. Da qui l’importanza di informare privati e imprenditori sulla possibilità di accedere a dei fondi creati ad hoc dal Ministero dell’Interno, il Fondo di Prevenzione e il Fondo di Solidarietà. Questi strumenti sono molto efficaci perché hanno la possibilità di arrivare prima del giudizio della magistratura. Inoltre denunciare assicura la protezione delle forze dell’ordine, per cui aiuti finanziari connessi a quelli legati all’esigenza di sicurezza e protezione sono due strumenti potentissimi per convincere le vittime a trovare il giusto coraggio".
-Verso le amministrative di giugno. In Campania il patto con il Pd può funzionare? C'è un clima diverso anche nel rapporto con il governatore De Luca.
“Da tempo il M5S insieme al Presidente Conte sta lavorando a livello nazionale ad un fronte progressista, che abbia come capisaldi salario minimo ed energie rinnovabili. Sia a livello nazionale che locale si possono costruire convergenze con Pd, Leu e Verdi: è già stato fatto in alcuni Comuni. Inoltre mentre per le elezioni politiche nazionali si sta ipotizzando una legge proporzionale, alle amministrative, con i premi di maggioranza, diventa essenziale trovare punti punti di dialogo pre-voto tra i partiti se si vuole governare. Naturalmente per fare questo c’è bisogno di venirsi incontro. Infatti questo è un risultato a cui tendiamo e non è già raggiunto. Non dobbiamo mai darlo per scontato".
Lei è sempre attento alla sua città, Avellino, che per un breve periodo avete governato. Oggi come le appare e come giudica l'amministrazione Festa che è in rottura con il Pd?
"Avellino ha una serie di criticità che non dipendono dal valore di chi amministra. Occorre serrare i ranghi e superare le divergenze: in gioco c’è il benessere e l’opportunità di restare, invece che andar via, per i cittadini avellinesi e, più in generale, per gli irpini.
Per cui, al momento, come ho sempre fatto, offro la massima disponibilità al sindaco Festa: le interlocuzioni sono costanti, a differenza di quanto fanno altri. Ho grande rispetto per il complesso lavoro dei sindaci italiani, per loro il supporto è sempre totale. In particolare in questa stagione in cui vanno utilizzate al meglio le somme del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza".