Senza lavoro, si è uccisa. Il figlio le dedica una canzone

La storia di una mamma e la ballata rap di Angelo per dirle che le vuole bene

Benevento.  

(fed.fes.) - Angelo Chioccola ha diciassette anni. Sua madre, Teresa Gaeta, ne aveva 51 quando è volata via. In punta di piedi. Ha usato un foulard. Angelo ne aveva sedici quando se l'è ritrovata tra le braccia e in casa c'era solo lui. Teresa, alla fine, s'è arresa. Sociologa, per lungo tempo direttrice di una casa famiglia a Prata Principato Ultra, è stata schiacciata dal peso della crisi. I tagli lineari che qualche solone s'è inventato per ridurre le spese, facendo pagare sprechi e corruzione alla gente: i comuni non hanno potuto più far fronte alle rette. Mai capito perché se si tratta di stringere, la prima voce barrata in rosso è il welfare.
Perdere il lavoro è una pugnalata in pieno petto. Sempre meno riescono a rialzarsi.
Drammi del genere non si cancellano. Se si può, il dolore si tiene a bada. Al suo, Angelo ha dato un ritmo, delle parole e lo ha messo in musica. Una canzone per la mamma che non c'è più. Una ballata rap che ha la sola pretesa di parlare con lei. Un figlio non rompe mai certi legami. La cosa straordinaria di Angelo, della sua età, è che non si sente tradito. L'unico vero processo lo fa alla politica, che poi è quella società che sua madre aveva studiato fino in fondo all'università. L'indice lo punta contro chi dovrebbe garantire che una Repubblica fondata sul lavoro poi di quel principio non dovrebbe dimenticarsi.
Teresa era un po' irpina, un po' sannita. Insomma, di quelle zone interne che prendono pietre in faccia da secoli. Ma che ogni volta cadono e si rialzano. Trovano il modo. E ogni tanto lottano pure. Magari contro i tanti mariuoli che rubano il futuro, pensando di essere furbi o forti.

La sua storia, a un anno dalla morte, è quella di una mamma che ha voluto guardare troppo lontano. La canzone di "4mirc4l", lacrima allo specchio, la riporta fra noi.

Auguri Teresa. Auguri mamma.