"Nessuna ipoteca: ho fondato associazione per ricerca su Sla"

Il commercialista sannita: "La mia è una tragedia: ma spero che da qui nasca un dibattito"

Benevento.  

L'amore per la moglie, la tragedia e la volontà di finanziare la ricerca. Una storia con dettagli diversi rispetto a quella raccontata dall'Ansa e riportata ieri da Ottopagine e da altre testate locali a riguardo di un commercialista sannita e della moglie, malata di Sla, purtroppo scomparsa in seguito alla malattia.
L'agenzia raccontava di un'ipoteca sulla casa per finanziare la ricerca. Non è così però, e Capossela lo ha spiegato a Repubblica. Servivano soldi per far partire il progetto di ricerca internazionale al Centro Sla di Novara, e Capossela ha fondato un'associazione cercando e trovando finanziatori che hanno contribuito, senza ipotecare casa, a far partire il progetto: . “Era un milione e 400mila dollari. Una collaborazione con l'Istituto Mario Negri di Milano, il Massachusetts General Hospital, l'Università di Harvard. L'Aisla americana era disponibile a mettere un milione di dollari ma chiedeva che l'Italia, aziende, Regione, chiunque, mettesse il resto. Ma pareva una impresa difficile. E allora ho deciso di provare io. Ho fondato un'Associazione e ho cercato di trovare finanziatori che potessero contribuire".
Ma Capossela avverte: “Non sono un eroe, la mia è una tragedia, ho solo fatto qualcosa: e spero che da qui possa partire un dibattito sulle condizioni dei malati di Sla. Dovrebbe essere il sistema pubblico a trovare i fondi”.