Da Benevento la solidarietà al popolo armeno

Muscetti: "Rompere muro del silenzio e informare opinione pubblica sui drammatici avvenimenti"

da benevento la solidarieta al popolo armeno
Benevento.  

Martedì scorso anche a Benevento comitati e associazioni, armeni e non, hanno espresso solidarietà al popolo armeno con un “piccolo, quanto doveroso, gesto di solidarietà per rompere il muro del silenzio ed informare l'opinione pubblica sui drammatici avvenimenti che stanno colpendo la regione caucasica”, spiega Alfonso Muscetti, animatore del centro-destra beneventano ed iniziatore del dialogo interculturale ed antireligioso con le realtà dell'Eurasia.

“Dopo il vile e gratuito bombardamento della cattedrale del Santissimo Salvatore nella città di Shushi, unita alle precedenti azioni belliche, forte e coeso deve essere il grido di pace e libertà per il popolo armeno”. Un'azione dimostrativa che “è stata – spiega ancora Muscetti - da coadiuvo alla manifestazione svolta davanti a Montecitorio martedì 13 ottobre "Per la pace, per la libertà di informazione, per i diritti del popolo armeno.

Dallo scorso 27 settembre la Repubblica dell'Azerbaigian ha lanciato, supportata logisticamente e militarmente da Ankara, un attacco armato senza precedenti alla Repubblica del Nagorno Karabakh-Artsakh e all’Armenia, facendo divampare nello stesso momento una spregiudicata campagna di disinformazione in tutto il mondo.

Aspri combattimenti sono in corso lungo la linea di contatto e si registrano pesanti bombardamenti indiscriminati sugli insediamenti civili da parte azera; vi è stato anche l’utilizzo di bombe a grappolo, in flagrante violazione del diritto internazionale. Ciò costituisce un crimine di guerra con conseguenze di una catastrofe umanitaria”.

“Il Medz yeghern, il grande crimine, che portò al massacro per mano turca della popolazione cristiana (armeni, siro cattolici, siro ortodossi, assiri, caldei e greci) – Conclude Alfonso Muscetti - fra il 1915 e il 1916 è un ricordo ancora fresco; il terrore generato dai mostri del passato, uniti a quelli del presente, deve generare una ferma condanna all'ingiustificata aggressione contro l'aspirazione alla libertà e alla pace del popolo armeno. Politica ed opinione pubblica, nazionale e locale, sono obbligate moralmente a schierarsi dalla parte delle vittime e dei più deboli. Faccio mie le straordinarie, quanto sempre attuali, parole dell'ultima enciclica di papa Giovanni XXIII, la Pacem in Terris: 'Cerchino, tutte le nazioni, tutte le comunità politiche, il dialogo, il negoziato'.