Ospedale San Pio, servizio mensa sotto accusa

Questa mattina il presidio dei lavoratori che chiedono l'intervento della direzione generale

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Benevento.  

Sono in stato di agitazione i lavoratori della mensa dell'ospedale San Pio di Benevento che questa mattina hanno messo in campo un presidio all'ingresso del nosocomio per ribadire il loro dissenso alla procedura di licenziamento collettivo aperta dalla ditta appaltante il servizio, la Dussmann Service, che comporterebbe un taglio di circa 10 unità.

Per i sindacati, che minacciano lo sciopero, si tratta di un'azione illegittima in quanto i lavoratori, quasi tutti part time sono più volte chiamati a svolgere ore di lavoro supplementare e ciò nonostante non riescono a completare quanto necessario e dunque il servizio, insieme alle condizioni di lavoro, è in netto peggioramento.
“A differenza di quanto sostengono non c'è esubero – esordisce Antonella Rubbo, segretario provinciale Filcams Cgil Benevento -. Sin dall'inizio della gestione Dussmann, nel settembre 2021, la cassa integrazione seppure avviata non è mai stata di fatto utilizzata. I lavoratori non riescono a completare il loro lavoro nel turno stabilito. Abbiamo chiesto a gran voce l'intervento della stazione appaltante che però non ci convoca e continua a non prendere posizione”.

Dunque i sindacati e i lavoratori segnalano un peggioramento del servizio e delle condizioni di lavoro. “La gestione del servizio mensa – prosegue Rubbo – è completamente fallimentare. Questo dovrebbe interessare la direzione della struttura ospedaliera che dovrebbe farsi garante e promuovere un sistema che funzioni. Anche il personale medico ospedaliero sta riscontrando le stesse difficoltà e infatti nel tavolo di confronto fissato oggi anche questa problematica sarà portata al tavolo”.

Triste la testimonianza delle lavoratrici che raccontano di non essere messe in condizione di svolgere come si dovrebbe il loro servizio.

“Giorno dopo giorno il servizio per gli utenti peggiora – ribadisce Salvatore Montuori Fisascat Cisl Irpinia Sannio - le poche ore di lavoro commissionate alle lavoratrici non bastano a mettere in campo un servizio ottimale. Per noi – conclude – si tratta di una procedura del tutto illegittima”.