Tentato suicidio carcere Benevento: Ciambriello "da un mese senza psichiatra"

Il Garante denuncia anche altre carenze: niente acqua calda e chiede che si intervenga

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Benevento.  

“Un detenuto napoletano che conosco bene, che aveva già tentato il suicidio situazioni a cui non si può rispondere con la repressione ma bisogna vivere l'accudimento”.
E' il commento del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Campania, Samuele Ciambriello, sull'episodio che si è verificato nella casa circondariale di Benevento dove un detenuto psichiatrico napoletano ha tentato di togliersi la vita nella propria camera ed è stato salvato agli agenti della Polizia Penitenziaria.

La denuncia dell'Asppe Campania confederata Consipe auspicava infatti che "i ristretti psichiatrici andrebbero gestiti in apposite strutture, ma non all'interno dei penitenziari". Non si dice d'accordo il garante e lancia una denuncia forte “dallo scorso 14 dicembre non entra uno psichiatra nel carcere di Benevento, ho denunciato questa situazione a tutte le autorità amministrative e alla procura”.

Poi si concentra sui problemi della casa circondariale di Capodimonte ribadendo che “sono stato lì una settimana fa e purtroppo manca ancora l'acqua calda al quarto piano, so che la direzione ha avviato lavori di somma urgenza. Inoltre i ristretti richiedono lavatrici di sezione. Si tratta di piccole cose ma sono diritti inalienabili ma vanno tutelati”.

Cita le sette piaghe d'Egitto e ricorda le altrettante criticità che affliggono le carceri campane, soprattutto quelle delle aree interne: organici all'osso anche per gli agenti, strutture a pezzi, processi infiniti, poche misure alternative, sovraffollamento, malasanità e carenza di figure sociali: educatori, assistenti sociali, psichiatri, medici e infermieri.

Infine Chiama la società civile, le autorità politiche locali, regionali e nazionali, la politica e la magistratura “Lancio un appello prima che sia troppo tardi perchè di troppe speranze deluse in carcere si muore e non dobbiamo continuare a far morire né in carcere né di carcere”.