"Il risultato più bello? Aver creato un gruppo di imprenditori che lavora insieme: ora quando salgo sul palco non mi sento più un uomo solo al comando". Il presidente di Confindustria Benevento, Oreste Vigorito, racconta (in una intervista pubblicata oggi sul Roma) le sue emozioni e traccia il bilancio di quattro anni intensi alla guida dell'associazione nel giorno in cui si inaugura ufficialmente la nuova "casa" degli imprenditori sanniti nel palazzo che ospitava la Banca d'Italia, ristrutturato con uno stile moderno ed elegante. "E' un sogno che si realizza", confessa il numero uno degli industriali.
-Presidente Vigorito, ma com'è riuscito a portare a termine questa operazione così importante?
"Intanto questo era uno degli obiettivi principali del nostro programma. Anche nelle presidenze precedenti c'era sempre stata l'idea di avere una nuova sede. Certo, non si pensava alla Banca d'Italia, ma c'era la necessità di avere uno spazio fisico nel quale la famiglia degli imprenditori potessero avere un posto dove riunirsi e confrontarsi maggiore visibilità. Io ho solo raccolto il testimone da chi aveva avviato una prima raccolta fondi, ancora non sufficiente. Ci siamo impegnati tutti insieme e abbiamo raggiunto l'obiettivo che è andato anche oltre le nostre aspettative”.
- Ma oggi la nuova sede di Confidustria che cosa rappresenta per la provincia di Benevento?
"Intanto fin dal momento della sua nascita ogni essere vivente ha bisogno di una casa che lo protegga e lo renda più forte. In particolare per l’uomo questo è tanto più importante perché come ci ha insegnato la civiltà greca, l’uomo è un animale sociale che ha bisogno di relazioni e confronto, a maggior ragione gli imprenditori che fanno del network una occasione di business e di crescita.
Ho sempre immaginato la casa come l'emblema dell'unione e oggi questa sede rappresenta il luogo di riunione per tutti. Porte e finestre devono essere aperte perché Confindustria è espressione di una società che vive il presente ma guarda al futuro e non può farlo in maniera indipendente dal territorio".
-Intanto, per il Sannio si è aperta una nuova fase per lo sviluppo: si stanno recuperando ritardi atavici su infrastrutture e servizi. E' davvero così?
"Guardi questa esigenza di avere una casa per gli imprenditori nasce proprio dalla consapevolezza del momento storico straordinario che vive il Sannio, che adesso può finalmente sperare di superare l'isolamento e la carenza di infrastrutture che hanno da sempre caratterizzato le aree interne".
-A quali interventi si riferisce in particolare?
"La Frecciarossa che attraversa il territorio grazie all'Alta Velocità-Alta Capacità Napoli-Bari, il progetto esecutivo per lo scalo merci a Ponte Valentino, il programma nazionale per lo sviluppo del turismo delle aree interne: così possiamo affrontare nodi che sono stati la vera zavorra per il Sannio. In questo momento storico così decisivo le imprese ci sono. Tornano anche fisicamente al centro di un territorio che ha voglia di rinascita. Veda e’ come se noi stessimo affrontando un uragano (considerata la mole di fondi e di progetti che anche grazie alla capacità dei nostri amministratori siamo stati in grado di intercettare) e l’uragano lo si supera solo mettendosi al centro in modo da governarlo senza lasciarsi travolgere. Confindustria crede nel territorio ed è al servizio dello stesso, con le grandi capacità delle sue imprese. Capacità troppo spesso nascoste e poco valorizzate ma che oggi, anche grazie alla loro casa, tornano ad essere visibili per l’esterno. Sulla possibilità di guardarci negli occhi ho costruito la mia presidenza che ha sempre messo l’uomo prima ancora che l’impresa al centro".
-Intanto, nel rapporto con la regione del presidente De Luca cosa è cambiato rispetto al passato? C'è stata maggiore attenzione da parte del governo regionale per il Sannio?
"Tutte le volte che abbiamo celebrato l'assemblea di Confindustria a Benevento abbiamo avuto sempre la visita del presidente de luca e siamo stati ricevuti a Palazzo Santa Lucia in tutte le occasioni che abbiamo manifestato delle esigenze per il territorio. Da questo rapporto nasce il finanziamento di 30 milioni per opere urgenti per la messa in sicurezza dei fiumi che sono stati causa di dolori e danni nel passato. Ma non dimentichiamo l'intervento per lo scalo merci che consentirà di ridurre l'inquinamento con un minore utilizzo del trasporto su gomma e con una riduzione dei prezzi, potendo contare su un collegamento diretto con il resto d'Italia e d'Europa grazie alla ferrovia Napoli-Bari".
Insomma, la sfida del Sannio oggi qual è?
"Bisogna aprire le porte longobarde che non devono essere elemento di chiusura. I longobardi le avevano costruite per difendersi. Oggi il mondo non ci sta attaccando ma ci sta scoprendo. In questo senso sono strategici i fondi di Stato, Regione e del Pnrr per lo sviluppo del turismo, opportunità che hanno portato ad una maggiore esposizione mediatica del sannita, che per sua natura è schivo e silenzioso".
-Qual è il risultato di cui va particolarmente orgoglioso?
"Quello che è importante non è solo la nuova sede, ma aver scoperto la qualità degli uomini che ho la fortuna di avere nel consiglio di presidenza, sono tutti amici che hanno realizzato grandi aziende, eccellenze internazionali. E sono l'esempio di dove può arrivare l'imprenditore sannita virtuoso. Ma la parola insieme è stata al centro del nostro progetto. Partendo da questo obiettivo molti sono diventati amici, tutti si rispettano ed è aumentato anche il numero delle aziende che si sono iscritte, oggi ne contiamo 400 con un aumento del 20 per cento rispetto al passato. Ma ripeto, il risultato più bello è quello di poter salire sul palco e non essere un uomo solo, ma avere finalmente al fianco una collettività: insieme dobbiamo assalire come una falange il futuro che va conquistato".
-E lei da presidente di Confindustria come guarda al futuro?
"Abbiamo le carte in regola per rilanciare lo sviluppo delle nostre aree. E oggi anche il territorio ci riconosce. Le racconto una curiosità: eravamo arrivati nella nuova sede da pochi giorni, ancora alle prese con gli ultimi lavori, quando una mattina davanti alla sede si sono presentati dei lavoratori con le bandiere per protestare per quello che stava accadendo nella loro fabbrica. Una cosa del genere non accadeva da anni a Confindustria perché in passato era anche difficile individuarci. E ai nostri impiegati che iniziavano a preoccuparsi, ho detto: dovete essere felici, ci hanno riconosciuto come controparte, siamo diventati di nuovo visibili. La nostra aquila deve essere in mezzo alla gente. Diceva una persona a me cara: se siamo piccoli rispetto agli altri, state tranquilli: cresceremo anche noi".
