Falcone e Borsellino, esempi impegno praticato e non declamato

28 anni fa la strage di Capaci, la nota dell'Anm. Alle 10.30 breve commemorazione in tribunale

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Benevento.  

Ricorre oggi il 28esimo anniversario dell'attentato mafioso di Capaci costato la vita al giudice Giovanni Falcone, alla moglie Francesca Morvillo e agli uomini della scorta Antonio Montinari, Rocco Dicillo e VitoSchifani.
“La strage di Capaci come quella di Via d’Amelioscrive in una nota il sostituto procuratore Assunta Tillo, presidente della sottosezione di Benevento dell'Anm (il giudice Francesca Telaro ne è il segretario) - è una ferita per la nostra Repubblica che non potrà essere sanata e di cui dobbiamo tenacemente tenere vivo il ricordo per non disperdere il patrimonio professionale e umano dei colleghi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Il nostro Paese, nella lotta alla mafia, ha pagato un prezzo altissimo in termini di vite umane, di donne e uomini delle istituzioni e delle forze dell'ordine; pensiamo anche ai 27 magistrati uccisi, alle 27 'rose spezzate'. Per ogni magistrato è un enorme privilegio poter dire 'sono un collega di Falcone e Borsellino', poter indossare la loro stessa toga”.

Tuttavia, “fare memoria commemorativa non basta ma occorre che al ricordo si aggiunga una riflessione e chiederci quale sia l'eredità che ci hanno lasciato.

Sicuramente il modello di Magistrato dagli stessi incarnato con naturalezza, di cui intendiamo fare professione quotidiana. Quel fervore, quel senso etico e del dovere, quel rifiuto intransigente del compromesso, quel naturale culto della legalità, difesa anche a rischio della morte accettato con titanica consapevolezza, siano e continuino ad essere i valori che guidano e guideranno il magistrato di oggi e di domani”.

Del resto – aggiunge la dottoressa Tillo -, “noi veniamo giudicati sulla base non della bellezza delle nostre parole ma della coerenza dei nostri comportamenti e Falcone e Borsellino ci hanno lasciato l’esempio di una vita sobria, di una legalità vissuta nell’impegno quotidiano e sofferto, praticato e non declamato, in un tempo difficile, a fronte di una mafia violenta, che colpì magistrati, forze dell’ordine, politici, avvocati, sindacalisti, giornalisti, persone con ruoli diversi ma unite nel valore della legge e del bene comune.

È una grande responsabilità che grava su tutti noi perché, come diceva Paolo Borsellino riferendosi a Giovanni Falcone, abbiamo un grande debito che dobbiamo pagare continuando gioiosamente la loro opera, testimoniando i valori in cui crediamo, dentro e fuori le aule di giustizia”.

Questa mattina, intanto, alle 10.30, nel rispetto delle norme anti-contagio, si svolgerà, su iniziativa dell'associazione Libera, una breve commemorazione delle vittime delle stragi mafiose, “per mantenere vivo il ricordo di uomini dello Stato che hannon sacrificato la vita per la collettività”.