Matarazzo, consulente Massaro: niente certezze sul proiettile

Panza: foto consulente del Pm non consentono comparazione tra il proiettile e la pallottola test

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Nuova udienza del processo per l'omicidio del 45enne di Frasso Telesino, compiuto il 19 luglio del 2018

Benevento.  

Le foto non hanno dimostrato l'identità del proiettile che la Procura ritiene sia stato esploso dalla pistola di uno degli imputati, perchè la comparazione con la pallottola test non è stata eseguita secondo i requisiti minimi richiesti. E' stata questa, in soldoni, la conclusione alla quale è giunto il dottore Alberto Panza, ascoltato questa mattina come consulente balistico della difesa di Giuseppe Massaro (avvocati Angelo Leone e Mario Palmieri), 57 anni, di Sant'Agata dei Goti, a processo con Generoso Nasta (avvocati Orlando Sgambati e Angelo Raucci), 32 anni, di San Felice a Cancello, per l'omicidio di Giuseppe Matarazzo, il 45enne pastore di Frasso Telesino ammazzato a colpi di pistola la sera del 19 luglio del 2018 dinanzi alla sua abitazione alla contrada Selva.

Secondo gli inquirenti, Nasta avrebbe guidato la Croma usata per il delitto, che Massaro avrebbe fornito al pari della pistola 357 magnum -gli era stata ritirata per una discrasia del numero di matricola-, dalla quale,sarebbero partiti più colpi contro il 45enne: tre lo avevano centrato, mortale quello all'altezza della spalla sinistra.

Rispondendo alle domande dei difensori, del pm Francesco Sansobrino e degli avvocati Antonio Leone e Tullio Tartaglia, legali delle parti civili, Panza non ha lesinato critiche alla consulenza redatta, per l'accusa, da Giuseppe Cristofaro, sostenendo che una corretta comparazione può essere fatta usando come criterio l'individuazione di almeno due gruppi di 5 microstrie ciascuno o di 8 microstrie consecutive in un unico gruppo.

Un criterio che consente anche di distinguere i falsi positivi e i falsi negativi, che, a suo dire, non sarebbe stato adottato, impedendo così di dichiarare, attraverso le foto, l'identità del proiettile. Ha per questo definito un giudizio personale e non scientifico la valutazione di Cristofaro, mettendo nel mirino anche alcune anomalie che avrebbe riscontrato tra la consulenza e il cd depositato, ravvisate nella diversa denominazione data alle immagini.

L'udienza odierna dinanzi alla Corte di assise ha anche fatto registrare altre quattro deposizioni indicate dalla difesa: un amico di Massaro ha riferito della passione comune per le scommesse e le giocate, che avrebbero fruttato una vincita al mese, mentre un cognato che vive a Prato ha sottolineato che lui si occupava dei suoi terreni a Sant'Agata dei Goti, con un impegno retribuito con circa 2mila euro l'anno. E ancora: un testimone ha spiegato che il 57enne lo accompagnava in auto, non avendone una propria, anche per motivi di lavoro, mentre una familiare ha affermato che versava alla moglie di Massaro, perchè accudisse la madre nel fine settimana, 500 euro al mese, più 50 euro ogni domenica.

Acquisita, inoltre, la relazione di un geometra che aveva perimetrato, immortalandole in alcune foto, l'abitazione di Massaro con le relative pertinenze, mentre il 14 gennaio toccherà al perito assicurativo Antonio Poppa, che si è occupato, sempre per Massaro, di una consulenza sulle modalità di funzionamento delle scatole nere' installate nelle auto. Per quel giorno erano state previste anche la requisitoria del Pm e gli interventi dei legali delle parti civili, che potrebbero però slittare.

Come più volte ricordato, un mese prima di essere ucciso Matarazzo aveva terminato di scontare una condanna a 11 anni e 6 mesi perchè riconosciuto responsabile di abusi sessuali ai danni della 15enne che il 6 gennaio del 2008 si era tolta la vita impiccandosi ad un albero. Una vicenda terribile sullo sfondo, dunque, di un omicidio che avrebbe come movente la vendetta, rispetto al quale mancano ancora il mandante ed il killer.