Morire folgorato a 29 anni mentre si raccolgono le ciliegie

Il processo sulla tragica fine di un giovane di Pannarano avvenuta nel giugno del 2016

morire folgorato a 29 anni mentre si raccolgono le ciliegie
Pannarano.  

Tra due mesi saranno trascorsi circa cinque anni dalla tragedia e quattro dal rinvio a giudizio. Eppure, a causa del cambio del giudice, di un'astensione dei penalisti e dell'emergenza sanitaria, solo ieri è stata celebrata, dinanzi al Tribunale di Avellino, la prima udienza dibattimentale – è stata ascoltata una funzionaria dell'Asl, a marzo un nuovo appuntamento in aula - sulla morte di Daniele Di Biase, il 29enne di Pannarano che l'11 giugno del 2016 era morto folgorato mentre raccoglieva le ciliegie a San Martino Valle Caudina. Un destino assurdo, simile a quello toccato ventiquattro ore prima, a Fisciano, ad un ragazzo di 14 anni.

Una vicenda per la quale è a processo, indicato come intermediario del lavoro che Daniele avrebbe dovuto svolgere, Raffaele Pagnozzi (avvocato Enzapaola Catalano), 32 anni, che aveva raggiunto quel terreno in compagnia della vittima – i familiari sono rappresentati dall'avvocato Francesco Pagnozzi- e di un 46enne.

Secondo la ricostruzione dei fatti operata dal sostituto procuratore Cecilia Annecchini e dalla polizia, l'incubo si era materializzato all'improvviso, con il contatto accidentale tra  i cavi dell'energia elettrica e una scala allungabile, da appoggiare agli alberi per prelevarne i frutti, che i tre uomini stavano spostando.

Daniele era stato attraversato da una scossa violentissima, gli altri due avevano riportato ustioni non gravi alle mani ed ai piedi. Immediatamente soccorso, il giovane era stato  caricato in un' auto che l'aveva trasportato fino alle porte di  Benevento, dove il 29enne era stato trasferito a bordo di un'ambulanza. I medici ce l'avevano messa tutta per rianimarlo, ma era stato inutile.

Una fine sconvolgente che aveva profondamente turbato l'opinione pubblica, costretta a fare i conti con una esistenza stroncata in modo terribile. Un dramma che, in attesa dell'esito del processo penale, è anche al centro di una causa civile intentata contro l'Enel e gli eredi del proprietario del terreno nel quale i sogni di Daniele erano stati bruscamente interrotti.