Concorsi per le forze dell'ordine, "900mila euro depositati all'estero"

Indagati sei intermediari per associazione e riciclaggio. Sequestro annullato per uno degli indagati

concorsi per le forze dell ordine 900mila euro depositati all estero
Benevento.  

AGGIORNAMENTO 6 SETTEMBRE

Annullato dal Riesame il sequestro di computer e cellulare operato a carico di un 74enne della provincia di Brescia, una delle sei persone chiamate in causa dall'indagine. Accolto il ricorso presentato dall'avvocato Mario Palmieri.

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L'inchiesta è quella dei concorsi per l'accesso alle forze dell'ordine, diretta dal sostituto procuratore Francesco Sansobrino e condotta dalla guardia di finanza. Era rimbalzata all'onore delle cronache il 12 giugno del 2020 con l'esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare per otto persone, cinque delle quali sono già a processo dinanzi al Tribunale di Benevento per corruzione e associazione (per alcuni).

E' da qui che nasce l'ulteriore troncone investigativo sfociato, al momento, in un decreto di sequestro probatorio di telefonini e computer adottato dal gip Vincenzo Landolfi su richiesta dello stesso Pm. Un provvedimento discusso questa mattina dinanzi al Riesame.

Sei gli indagati – sono difesi d'ufficio dagli avvocati Mario Palmieri, Giuseppe D'Agostino, Nicoletta Pacifico, Annalisa Cogliani, Anita Lo Chiatto, Domenico Rossi - residenti tra Lazio, Campania, Emilia Romagna, Svizzera e Lombardia, chiamati in in causa, a vario titolo, per le ipotesi di associazione per delinquere, riciclaggio e attività finanziaria abusiva, ravvisate in un 'giro' di soldi che sarebbero stati trasferiti all'estero.

Il punto di partenza, anche se il suo nome non compare nella rubrica del decreto, tra coloro che sono stati tirati in ballo in questa fase, è quello del viceprefetto Claudio Balletta (avvocato Bruno Naso), 66 anni, di Roma, dirigente presso il Dipartimento dei vigili del fuoco, uno degli imputati nel processo di cui il 14 settembre sarà celebrata una ulteriore udienza. Un anno e tre mesi fa gli erano stati sequestrati 45mila euro che aveva in casa, senza esito, sui conti correnti intestati a lui o cointestati, la ricerca in territorio italiano di versamenti.

Secondo gli inquirenti, l'analisi del contenuto del materiale informatico sequestrato all'epoca – una pen drive, in particolare- e di alcune intercettazioni telefoniche avrebbe consentito di avanzare l'ipotesi che una somma di denaro pari ad almeno 900mila euro sarebbe stata depositata su conti correnti esteri oppure reimpiegata in operazioni finanziarie di carattere internazionale.

Il tutto sarebbe avvenuto grazie ad alcuni intermediari che avrebbero operato per il deposito, l'attività di compravendita – anche per il tramite di una Fondazione – e la liquidazioni di dieci titoli di credito cosiddetti super petchili cinesi. L'addebito associativo è prospettato a carico degli intermediari, che, senza essere iscritti nel relativo albo, avrebbero agito tra i possessori di titoli di credito – tra cui i super petchili cinesi, con un prezzo di vendita spropositato – e gli acquirenti, con i primi che sarebbero stati accompagnati per il deposito in Svizzera dei titoli e la loro vendita. Nel mirino, in particolare, un documento via whatsapp, relativo ad un bonifico di 10 bilioni di euro, nel 2019, trasmesso da un conto corrente svizzero ad un altro brasiliano.