Fanno ammuina rinfacciandosi indagati ed arrestati

A proposito delle inchieste

fanno ammuina rinfacciandosi indagati ed arrestati
Benevento.  

In attesa che un processo accerti, nel confronto in aula tra le parti, se davvero le cose siano andate così come le ha ricostruite l'inchiesta sugli appalti della Provincia, sarà il caso di (ri)leggere alcuni passaggi, pubblicati nell'immediatezza da Ottopagine, dell'ordinanza del gip Loredana Camerlengo.

E non perchè un provvedimento rappresenti una 'tavola sacra' alla quale attenersi, ma perchè quelle due pagine finali vanno dritte al cuore del problema, molto più che le strumentalizzazioni ed il botta e risposta dei partiti, impegnati a rinfacciarsi il numero delle persone chiamate in causa ora e in precedenza. Facendo finta di non sapere che a fare la differenza non sono i colori delle bandiere, tutte più o meno sventolate o ammainate nel tempo, ma la qualità degli uomini e il sistema delle regole.

Il punto di partenza delle considerazioni della dottoressa Camerlengo è una constatazione: “Nonostante l'inasprimento delle sanzioni previste, occorre fare ancora molto per instillare nei consociati, qualunque sia il ruolo da essi ricoperto nell'ambito della società, il rigore ed il rispetto delle regole”. In soldoni: le pene sono state aumentate, ma l'andazzo continua a restare lo stesso.

Il Gip introduce poi un distinguo tra “coloro che impongono le regole illecite del gioco, rispetto all'agire di chi tali regole le deve subire, non potendo ribellarsi se non a discapito di perdere occasioni di lavoro, ed essendo escluso dal giro di affari afferente i lavori pubblici”.

Perchè“i tecnici che predispongono la documentazione su richiesta dei pubblici ufficiali per le ditte che di volta in volta vengono segnalate per partecipare a questa o a quella gara, certamente assecondano il volere illecito dei pubblici ufficiali ma hanno quale scelta alternativa solo quella di perdere un incarico in periodi di grave crisi del mercato; così n titolari delle imprese devono soccombere, loro malgrado, alle regole imposte da politici e pubblici ufficiali che altrimenti prediligeranno l'aggiudicazione di altre ditte, con gravi ripercussioni economiche su quelle che si dimostrano non aderenti alle richieste di chi controlla il mercato degli appalti pubblici”.

Gira e rigira, dunque, indipendentemente dagli strepiti che si alzano ogni volta che una indagine 'deflagra', arricchiti dal giustizialismo di quanti non riescono a farsi eleggere neanche come capi di un condominio, la questione resta sempre la stessa: creare meccanismi meno complessi che siano in grado di far saltare qualsiasi ambizione illecita in chi opera nell'amministrazione pubblica ed esercita un potere di interdizione.

Ciò non azzererebbe il malaffare, ovviamente, perchè la natura umana è fallibile, ma lo limiterebbe, probabilmente, anche con il supporto di previsioni sanzionatorie rapide e finalmente efficaci. Il resto occupa soltanto lo spazio mediatico per qualche giorno, senza incidere, in assenza di novità, sul futuro.

Pensiamo che vada bene così, nella speranza che prima o poi tocchi anche a noi incassare qualche beneficio? Bene, allora non lamentiamoci. E se lo facciamo, perchè non ci piace ciò che vediamo, risparmiamo, per piacere, i giudizi sommari. O vogliamo soltanto fare ammuina e basta?