Ciò di cui dovrebbe occuparsi il presidente della Campania coi suoi epigoni

Intervento dell'avvocato Gino De Pietro

cio di cui dovrebbe occuparsi il presidente della campania coi suoi epigoni
Benevento.  

Riceviamo e pubblichiamo un intervento dell'avvocato Gino De Pietro

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"Dai dati pubblicati dalla Fondazione Gimbe emerge che in Campania c’è il 6,9% della popolazione over 50 che non ha ricevuto neanche una dose di vaccino. Il peggiore risultato in questo ambito spetta alla regione Friuli Venezia Giulia che conta il 9,8% di persone che non hanno ricevuto neanche la prima dose, mentre la Puglia si caratterizza per essere la regione più virtuosa avendo ridotto tale numero al 2,7% della sua popolazione. Poiché la media italiana si attesta al 6%, la Campania resta al di sotto della media per aver conseguito un risultato molto peggiore della regione limitrofa. Se il presidente della regione Campania, invece di chiudere le scuole e tenere le sue infinite e inconcludenti concioni si desse da fare, forse potrebbe raggiungere almeno la media nazionale e sarebbe anche il caso che cercasse di imitare il risultato della Puglia.

Se si volge lo sguardo ai dati della popolazione che ha completato il ciclo vaccinale con due dosi, ancora una volta la Campania, col 76 %, si colloca ben al di sotto della media nazionale pari al 79,5% e a distanza siderale dalla Toscana che, col suo 82,8% svetta nella classifica.

Se, poi, si considera il dato della somma di coloro che hanno completato il ciclo vaccinale e di coloro che hanno ricevuto solo la prima dose, ancora una volta la Campania si colloca sotto la media italiana, pari all’83,5%, attestandosi all’80,9%, ancora una volta ben lontana dalla vicina Puglia, che ottiene il miglior risultato con l’86,7% della popolazione.

Neppure per quanto riguarda la somministrazione delle terze dosi, infine, la Campania può vantare un risultato lusinghiero, in quanto si ferma al 68,4%, ben oltre 11 punti al di sotto della regione più virtuosa, e comunque sotto la media italiana del 69,5%.

Il presidente della Campania, i sindaci delle città e le autorità sanitarie dislocate sul territorio dovrebbero occuparsi e preoccuparsi del fatto che la Campania è ben al di sotto della media nazionale e molto lontana dai dati delle regioni più virtuose in tutti i settori della campagna vaccinale. La vicina Puglia, che non credo abbia strutture e risorse quantitativamente e qualitativamente superiori alla Campania, ci distanzia di molto nonostante le lunghe tirate del presidente della Campania che non cessa di autocelebrarsi come l’unto del signore e di denigrare Governo, Commissario Straordinario e ogni altro che, dal suo punto di vista, gli faccia “ombra”, senza risparmiare offese di pessimo gusto – del resto che si può pretendere - ai genitori che chiedono solo che ai figli venga consentito di andare a scuola, come nel resto d’Italia.

Né può addurre che sia nuovo della questione, visto che svolge da un certo numero di anni l’incarico di presidente. Se pure avesse ereditato una situazione negativa, gli anni in cui ha ricoperto l’incarico avrebbero dovuto permettergli di migliorare la situazione, che, invece, ad usare una litote, non pare affatto rosea. Nonostante i suoi tanti declamati meriti sette anni non gli sono stati sufficienti: vale a dire che pretenderà una carica ventennale, così potrà anche usucapire la proprietà del feudo!

E’ fresca la notizia che abbia mandato al Governo – almeno a suo dire – i dati che riguardano le infezioni dei “bimbi” campani dai 3 ai 13 anni, per attribuirne la colpa alla riapertura delle scuole, voluta dal Governo. Tralasciando la melensa ed erronea espressione “bimbi” estesa fino a preadolescenti di 12-13 anni, come al solito dimentica l’onnisciente presidente che è stato il TAR Campania, adito anche e prima di tutti dai genitori tanto vilipesi, ad aver reintegrato il diritto da lui violato. Gli deve essere sfuggito l’art.24 della Costituzione che riguarda la tutela dei diritti.

Ad usare la logica – strumento di ardua comprensione oggidì – si può sinteticamente osservare che i contagi registrati nei primi giorni dopo le riaperture certamente debbono essere attribuiti ai giorni precedenti, quando, invero, le scuole erano chiuse, mentre era aperto tutto il resto. In ogni caso, il presidente avrebbe dovuto esaminare anche i dati dei contagi riguardanti le altre fasce d’età così avrebbe scoperto che l’incremento riguarda anche gli adulti, che non vanno a scuola, e che, quindi, le scuole non c’entrano affatto.

Viene, però, all’osservatore obiettivo il dubbio che il presidente della Campania possieda l’equivalente dell’arma segreta di triste memoria e cioè che sia l’unico ad avere scoperto lo strumento per accertare dove e quando ci si contagia di covid. Una scoperta che gli consigliamo vivamente di brevettare prima che cinesi e americani gliela rubino. In una situazione come quella attuale in cui le autorità scientifiche riconosciute affermano che la variante omicron rende il virus molto più contagioso delle varianti precedenti e forse più contagioso di ogni altro precedente virus noto, rendendo così impossibile sia il tracciamento che l’individuazione della fonte e – ovviamente per chi usa il cervello – del luogo del contagio, solo il presidente campano e i suoi epigoni ed imitatori in sedicesimo sono in grado di affermare che il contagio si verifichi a scuola. Decisamente i consiglieri scientifici di De Luca fanno il paio coi suoi consiglieri giuridici!

Ad usare la ragione si può, invece, affermare serenamente che la scuola, dove i ragazzi portano le mascherine, sono distanziati, lavano le mani, i locali sono regolarmente areati e gli insegnanti sorvegliano sul rispetto delle regole, sono tendenzialmente luoghi più sicuri di bar, centri commerciali, strade e locali affollati e senza controllo e che, probabilmente, i ragazzi vengono contagiati altrove, specie dagli irresponsabili che non si sono vaccinati. Non si può non sospettare che gli amministratori che volevano e vogliono a tutti i costi chiudere solo le scuole vogliano far pagare solo ai ragazzi, che non votano e non sono consapevoli del danno irreversibile che subiscono, il peso della pandemia.

E torniamo al punto di partenza: il fulcro intorno a cui ruota la ripresa ordinaria della vita sociale, civile ed economica è l’incremento delle vaccinazioni. La Campania, proprio per affrontare le specificità a cui fa ognora riferimento il suo presidente, deve tendere a primeggiare e non restare nella parte bassa della classifica. Si adoperino per questo gli amministratori di ogni rango, moltiplicando i centri vaccinali, reclutando il personale, aprendo le vaccinazioni nelle scuole e negli uffici, mandando i medici al domicilio di coloro che, per età o situazioni personali non si recano ai centri istituiti, assumendo iniziative come: pizza e vaccino, cornetto e vaccino, sfogliatella e vaccino, cinema e vaccino, biglietto della lotteria e vaccino…, benchè non sia affatto entusiasta di siffatti metodi, mai come in questo caso il fine giustifica i mezzi. Oso credere che ci sia anche chi sia disposto a dare un contributo perché una tal genere di campagna decolli azzerando i non vaccinati.

Per concludere, pare sia imminente l’adozione di provvedimenti che mirino a distinguere tra contagiati vaccinati asintomatici e contagiati sintomatici o non vaccinati, per il ben differente rischio di finire in ospedale o, peggio, in terapia intensiva. A questo proposito, cosa hanno fatto il presidente della regione Campania e i suoi epigoni in questi anni per incrementare i posti in ospedale e le terapie intensive?

Nella risposta a questa domanda c’è la vera, profonda ragione delle sceriffate di De Luca".