Ricorsi in serie e decreti ingiuntivi, perquisito un avvocato di Montesarchio

Una professionista indagata dalla Procura di Catanzaro

ricorsi in serie e decreti ingiuntivi perquisito un avvocato di montesarchio
Montesarchio.  

Hanno perquisito i suoi studi di Montesarchio e Napoli. La guardia di finanza di Potenza lo ha fatto su ordine della Procura di Catanazaro, facendo 'visita' all'avvocato G. B., di Montesarchio, chiamata in causa per le ipotesi di reato di corruzione in atti giudiziari , falso in atto pubblico ed abuso d'ufficio. La perquisizione è stata eseguita alla presenza del difensore, l'avvocato Fulvio Dello Iacovo, e del presidente dell'Ordine forense di Benevento, Stefania Pavone, e si è conclusa con l'acquisizione di documenti ed una copia del materiale contenuto nei computer.

La professionista è stata tirata in ballo da una indagine su un presunto sistema fraudolento che sarebbe stato messo in piedi "grazie alla compiacenza di numerosi giudici di pace del capoluogo lucano, con la presentazione di numerosissimi ricorsi per l’ottenimento di decreti ingiuntivi con la provvisoria esecutività".

Secondo gli inquirenti, il presunto sistema sarebbe consistito “nel presentare circa 3-400 ricorsi alla volta, per l’ottenimento di decreti ingiuntivi, con precetti per il pagamento delle competenze legali, in cui sarebbe stato chiesto a gestori telefonici l’esibizione di contratti stipulati, spesso on line, dalla clientela, eccependo anomalie nel funzionamento o altri disservizi”. Visto che le società non erano in grado di far fronte alle richieste in breve tempo, “immediatamente dopo sarebbe stato chiesto un decreto ingiuntivo per il pagamento di una somma a titolo di risarcimento e la liquidazione dell'onorario del legale”.

Nel mirino delle fiamme gialle anche il comportamento dei magistrati, che, “non eccependo la propria incompatibilità visto che i ricorsi non avevano alcun legame con la competenza territoriale dell’ufficio, avrebbero tratto indebiti benefici economici dal compenso loro spettante per ciascuna causa “a fotocopia” trattata. Spesso, inoltre, ipotizza l’accusa, i ricorsi venivano presentati anche in assenza di mandato degli asseriti ricorrenti, falsificandone la firma”.