"E' grave, serve subito un'ambulanza...". Quelle drammatiche telefonate al 118

Benevento. Processo ad Angelo Graziano, accusato di omicidio preterintenzionale di una 53enne

e grave serve subito un ambulanza quelle drammatiche telefonate al 118

L'inchiesta è quella sul "finto medico". In aula alcuni investigatori e il presidente dell'Ordine dei farmacisti di Benevento, Maurizio Manna.

Benevento.  

Quelle parole hanno drammaticamente riportato le lancette dell'orologio al 25 marzo del 2021. Al giorno in cui era terminata l'esistenza di Angela Russo, 53 anni, di Mirabella Eclano. Le ha lette in aula il luogotenente Pellegrino Della Sala, all'epoca in forza al Nucleo operativo della Compagnia dei carabinieri di Mirabella Eclano, dopo aver ascoltato e trascritto due telefonate, registrate, al 118 di Avellino.

Due telefonate nel giro di 13 minuti, all'altro capo del filo, secondo il sottufficiale dell'Arma, Angelo Graziano (avvocato Carlo Taormina), 34 anni, residente a Montefusco ma domiciliato a San Giorgio del Sannio, da settembre agli arresti domiciliari per omicidio preterintenzionale, truffa, lesioni aggravate nei confronti di numerose persone, esercizio abusivo della professione medica.

Chiede all'operatore l'immediato intervento di un'ambulanza per "una persona grave, non so se abbia avuto un attacco respiratorio, sto andando lì adesso”, dice. Precisando che “non ha Covid” e che è perfettamente sana, ma non mangia da giorni”. Lo stesso sollecita poi l'arrivo dei soccorsi, quindi spiega che sta “facendo un massaggio cardiaco”.

Della Sala ha risposto alle domande del pm Maria Colucci, non ne ha fatto alcuna la difesa, che ha annunciato comunque di voler proporre la trascrizione delle conversazioni custodite in un cd rom, e di ascoltare l'audio originale.

Come è noto, gli inquirenti ipotizzano un esercizio abusivo della professione medica in un ambulatorio di San Giorgio del Sannio, con terapie praticate ad alcuni pazienti: tra di loro la 53enne, che era morto.  Durante l'interrogatorio di garanzia Angelo Graziano aveva spiegato di aver praticato infusioni endovenose, in gran parte palliative, su indicazione di un medico tedesco che li aveva visitati in Italia.

Era andata così anche con Angela Russo, sottoposta ad un prelievo di sangue analizzato in Germania: dai risultati erano emersi valori sospetti di alcuni markers tumorali che avrebbero potuto prefigurare lo sviluppo di un cancro.

Secondo Graziano, le condizioni della malcapitata si erano successivamente aggravate, e solo a quel punto, sempre su indicazione del sanitario tedesco, lui avrebbe fatto ricorso alle sacche alimentari e all'ossigenoterapia. I suoi eredi si sono costituiti parti civili con l'avvocato Cinzia Capone, ha fatto altrettanto anche una paziente, assistita dall'avvocato Stefano Pescatore.

Decisamente più vivace l'esame (e il controesame) del luogotenente Alfonso Castagna, dei Nas di Salerno, che aveva proceduto alla perquisizione dell'abitazione e dello studio di Graziano, sequestrando farmaci tedeschi e dispositivi medici, tra “cui una centrifuga”, acquisendo una abilitazione come massaggiatore capo bagnino rilasciata ad Angelo Graziano dalla Regione Lombardia.

Un titolo che, a detta del militare, non gli consentiva di svolgere un'attività ausiliaria di quella medica. Un'affermazione rintuzzata da Taormina, che gli ha domandato se fosse a conoscenza che quella attività è invece riconosciuta dal Ministero della Salute.

Quanto ai medicinali tedeschi, è stato il presidente dell'Ordine dei farmacisti di Benevento, Maurizio Manna, al quale era stato affidato l'incarico di curare una consulenza, a spiegare che si trattava di eparina, un anticoagulante, desametasone, un cortisonico, e procaina, un anestetico “obsoleto” usato come anestetico locale nella pratica veterinaria. Principi attivi in commercio in Italia, soggetti alla ricetta medica e alla somministrazione da parte di un sanitario o di un infermiere.

Quando Taormina, che ha esibito una ricetta con allegata fattura di pagamento, gli ha chiesto se fosse possibile per un paziente acquisire uno di quei farmaci in Germania, previa ricetta, e usarlo in Italia, Manna non ha potuto escluderlo, puntualizzando però che non può essere dato ad altri, perchè in Italia, per essere commercializzato, un medicinale deve essere autorizzato.

Ultimo ad accomodarsi dinanzi alla Corte di assise (presidente Fallarino, a latere Rotili più i giudici popolari), il luogotenente dei carabinieri Ivan Molinaro, che ha riferito sulle indagini svolte: in particolare, l'escussione delle persone i cui nomi erano nelle agende sequestrate. Molinaro ha sostenuto che Graziano si sarebbe qualificato come medico con titolo ottenuto in Venezuela, poi, rispondendo all'avvocato Capone, ha aggiunto che l'imputato non parla spagnolo. Una circostanza, quella di essersi presentato come medico, sempre esclusa da Graziano, i cui messaggi con la figlia della Russo sono stati depositati dalla difesa. Prossima udienza il 5 aprile.