Bar, locali, Asl, Università, Archivio e anche una paziente oncologica: 14 furti

Benevento. Chiusa l'inchiesta a carico di un 47enne. Coinvolta, in un caso, anche una 44enne

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Bottino: denaro, cellulari e carte di credito usate per acquistare prodotti elettronici, orologio e bracciali

Benevento.  

Quattordici furti tra novembre 2022 e marzo 2023. Messi a segno non solo in attività commerciali, ma anche all'interno di Enti e del Fatebenefratelli. Li ha contestati il pm Giulio Barbato, concludendo una inchiesta a suo carico, a Giovanni Altieri, 47 anni, di Benevento, già noto alle forze dell'ordine.

Difeso dall'avvocato Luca Russo, Altieri è stato chiamato in causa per una lunga sfilza di incursioni, alcune portate a termine danneggiando le porte d'ingresso di più locali. L'elenco completo dei 'bersagli' include supermercati, negozi di articoli da regalo, bar, il poliambulatorio Asl di via delle Puglie, l'Archivio di Stato, l'Università in piazza Guerrazzi, il reparto di oncologia dell'ospedale di viale Principe di Napoli, dove avrebbe fatto sparire lo smartphone di una paziente. Il bottino complessivo parla di denaro contante, cellulari e carte di credito sottratte alle vittime – titolari dei negozi, dipendenti Asl ed Archivio- e usate, ma anche di una bicicletta sparita in un condominio al viale Mellusi e, nella stessa zona, uno zaino sottrato ad una ragazzina che era in compagnia della madre.

Nell'inchiesta è coinvolta anche Katia Troise, 44 anni, anch'ella assistita dall'avvocato Russo, che avrebbe utilizzato, in concorso con Altieri, un bancoposta che lui avrebbe rubato ad una impiegata dell'Università in piazza Guerrazzi. Nel mirino, in particolare, tre prelievi per un importo di 550 euro, e gli acquisti di prodotti informatici, di un orologio e due bracciali, per un esborso totale di 1400 euro.

Ad Altieri, infine, è addebitata anche una minaccia di cui avrebbe fatto le spese un medico, per costringerlo a redigere tre certificati con i quali giustificare la mancata firma in Questura.

Gli indagati hanno adesso venti giorni a disposizione per chiedere di essere interrogati e produrre memorie, poi il Pm procederà alle eventuali richieste di rinvio a giudizio.