Viespoli: "Candidato? No, candidabile"

L'ex senatore: "L'ambizione vera sarebbe trovare un candidato sindaco valido"

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Benevento.  

«Non sono candidato, ma sono candidabile e a dirla tutta, ho più ambizione di trovare un candidato sindaco che di fare il candidato sindaco». Pasquale Viespoli, ex senatore e sottosegretario e leader di Mezzogiorno Nazionale al solito si appassiona poco quando si parla di nomi, partiti, coalizioni e ipotetiche addizioni elettorali e ormai veste i panni del “detective” alla ricerca di quello che a suo dire è il grande assente degli ultimi anni, sulla scena politica beneventana: il dibattito. 


«Il toto nomi è qualcosa, in questo momento, di assolutamente pazzesco: sarebbe quasi divertente se non fosse drammatico e preoccupante. La città vive un momento di forte difficoltà è evidente, è ingovernata e anche questo è evidente e c'è un vero e proprio negazionismo del dialogo. Io sono interessato a dare un contributo al dibattito, al di fuori dei personalismi».


E dalla sua posizione che attualmente lo vede come spettatore Viespoli nutre diverse perplessità su quanto si palesa agli occhi: «La mia però è una perplessità di lungo periodo – quasi si schernisce l'ex sindaco – e sembra manchi anche la consapevolezza tra le parti politiche della straordinarietà della situazione determinata dalla pandemia di coronavirus: c'è un'incapacità di coglierla e di fare coesione quando invece servirebbe una stagione straordinaria». 


Una situazione che secondo Viespoli le Regionali hanno contribuito ad acuire: “Si è creata una stranissima alleanza tra il paternalismo autoritario e la sinistra cotonata: una evidente contraddizione, e in questa assenza politica si punta a creare una proiezione degli schemi nazionali o regionali, facendo sorgere una sorta di bipolarismo tutto interno al centrosinistra. In realtà lo schema deluchiano non esiste: è un campo largo, come era ai tempi in cui Bassolino veniva sostenuto da tutti, da Mastella a Caruso. E' solo adattabilità, trasformismo molecolare ai tempi delle coalizioni al 4 per cento». 
E sulla diatriba che oggi divide il Pd Viespoli analizza: «E' una pantomima stucchevole che pare voglia dividere un Pd buono da un Pd cattivo: questo a prescindere da un'idea di città che è così chiara e trasparente in questo caso da risultare invisibile. E' pazzesco, e sarebbe addirittura divertente se non fosse drammatico. Sono molto preoccupato per questo motivo».


Quanto al centrodestra poi: «E' assente: non c'è nel dibattito politico e neppure in quello amministrativo. La potenzialità ci sarebbe perché il bisogno di un centrodestra nel dibattito ci sarebbe, ma ad oggi, in periodo di desertificazione dei soggetti, il centrodestra non c'è». 


E le conseguenza dell'assenza di dibattito politico e di progettualità e visione per la città si traducono secondo l'ex sottosegretario in perdite concrete, come quella dell'Isfol, l'istituto per lo sviluppo professione dei lavoratori, oggi Inapp : «Una vicenda emblematica del momento: la sede, coi lavoratori, fu collocata come si ricorderà a Villa dei Papi e anche Pepe durante la sua legislatura ne difese la presenza. Poi è stata tolta, e oggi nel silenzio non si sa cosa si farà di Villa dei Papi che è una struttura pubblica: mi auguro soltanto non si apra la strada alla privatizzazione». 


E dunque, a chi ipotizza una sua discesa in campo per le comunali del 2021, Viespoli assicura: «Sono disponibile a dare un contributo per la città e per la creazione del dibattito, come detto, non sono candidato, ma sono candidabile. E la sfida vera e appassionante non è fare il sindaco quanto trovare un candidato sindaco all'altezza, e dare un contributo».